«Caso Orlandi nessuna trattativa»

// Vaticano smentisce i contatti con i rapitori Un giornale: un sacerdote è il tramite con la banda del Sud che tiene in ostaggio la ragazza scomparsa nell'83 «Caso Orlandi, nessuna trattativa» // Vaticano smentisce i contatti con i rapitori ROMA. E' stata pacata la reazione del Vaticano alle clamorose «rivelazioni» di un quotidiano romano sul caso di Emanuela Orlandi, figlia di Ercole, commesso nell'anticamera del Papa, scomparsa il 22 giugno '83 a Roma. Nell'articolo pubblicato ieri (titolato: «11 Vaticano tratta per Emanuela Orlandi») si cita anello un presunto complotto contro la vita della ragazza e dello stesso Giovanni Paolo II «ordito dal centro occulto annidato nella Santa Sede». La giovane, che oggi avrebbe 27 anni e sarebbe madre di un bimbo di cinque, sarebbe ostaggio - secondo le voci raccolte dal quotidiano - di un'organizzazione criminale del Sud. Il portavoce del Papa, Joaquin Navarro-Valls, ha osservato che «la Santa Sede è ovviamente sempre disponibile a prestare tutta la c"a cooperazione affinchésia fatta luce sul doloroso caso di Emanue¬ la Orlandi. Detto questo, posso precisare che non vi è alcuna trattativa in corso tra la Santa Sede e i gruppi menzionati dall'articolo. Inoltre la Santa Sede non ha elementi per valutare quanto sostenuto dagli autori dell'articolo». In cambio della liberazione di Emanuela i criminali chiederebbero decine di miliardi di lire di riscatto e «la lesta di uomini della pubblica amministrazione italiana e della gerarchia ecclesiastica». Ma negli ultimi tempi la banda si sarebbe sfaldata, e un'ala di dissidenti ne sarebbe uscita, per continuare le trattative col Vaticano in altro modo. I contatti avverrebbero a Koma, «ma sempre in aree extra territoriali, fuori dallo Stato italiano, sedi vaticane o ambasciate straniere». Sempre secondo il giornale, l'attentato al Papa, nell'81, e la sparizione di Emanuela, due anni dopo, «sono indissolubilmente legati». Ma Ali Agca, l'attentatore del Papa detenuto ad Ancona, respinge ogni coinvolgimento nella vicenda di Emanuela, commentando: «Il mio nome non può essere strumentalizzato in ogni occasione». Ancora oggi - scrive il giornale romano - il Pontefice assediato si fiderebbe soltanto delle suore polacche addette alla sua persona e del segretario, St.anislaw Dziwisz, che non lo lascia mai. Le trattative di cui parla il giornale e che Navarro smentisce, sarebbero «nelle mani di un sacerdote di provincia, di una banda malavitosa e di un gruppo di avvocati». Il mediatore del caso Orlandi, un sacerdote che risiede nel Sud, racconta oggi sul quotidiano romano tutte le fasi della trattativa tra il Vaticano e l'organizzazione criminale che avrebbe «in gestione» la ragazza rapita 12 anni fa. 11 quotidiano, che fa il nome del sacerdote, ricostruisce i primi contatti tra la banda e le autorità ecclesiastiche, le richieste avanzate, il memoriale consegnato alla Santa Sede, e le difficoltà insorte tra le parti, rappresentate da due avvocati. Il sacerdote avrebbe agito nella speranza di ridare la libertà alla Orlandi. Ma il dirigente della Criminalpol del Lazio, Nicola Cavaliere, rimane scettico: «Molte persone dice - in questi anni si sono fatte vive con notizie sempre vagliate. Ma nessun contributo, a tutt'oggi, è stato portato all'inchiesta condotta dal gip Rando». [r. cri.] «Oggi Emanuela è madre di un bimbo di cinque anni» Emanuela Orlandi fu rapita la sera del 22 giugno '83 vicino al Vaticano Ali Agca, attentatore del Papa, nega ogni ruolo nel caso Orlandi

Luoghi citati: Ancona, Roma, Vaticano