Fermato il camion della morte di Aldo Baquis
C'erano cento chili di esplosivo, è stato scoperto per caso. Obiettivo della strage, Beer Sheba C'erano cento chili di esplosivo, è stato scoperto per caso. Obiettivo della strage, Beer Sheba Fermalo il camion della morte Israele sventa un attentato suicida di Hamas TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO La tregua è finita. Due mesi dopo il sanguinoso attentato di Beit Lid (22 morti), gli integralisti palestinesi di Hamas sono tornati a uccidere in Cisgiordania (due coloni sono morti a Hebron domenica sera) e a tentare una strage in grande stile: hanno rubato in Israele un camion dall'aspetto innocente e dai documenti in perfetta regola e vi hanno nascosto oltre 100 chilogrammi di esplosivo e un aspirante suicida di 22 anni. La strage doveva avvenire ieri, nel centro di Beer Sheba (nel Neghev): ma un agente di polizia dotato di un fiuto straordinario ha sventato il massacro. Secondo il ministro israeliano della polizia Moshe Shahal, il camion è partito da Gaza già carico di esplosivo e ha attraversato con estrema facilità i posti di blocco palestinesi e il valico di Erez, fra la Striscia e il territorio israeliano. La falla, è evidente, preoccupa i responsabili della sicurezza, che ieri hanno invocato una drastica riduzione dei veicoli palestinesi autorizzati a circolare in Israele: una richiesta che contrasta con gli impegni assunti dal premier Rabin di attivare «al più presto» quattro corridoi terrestri fra la zona autonoma di Gaza e l'enclave palestinese di Gerico. A Gaza il presidente dell'Autorità palestinese, Arafat, ha subito condannato gli ideatori dell'attentato: se fosse andato a segno, ha osservato, i primi a subirne le conseguenze sarebbero stati i pendolari palestinesi che ancora una volta si sarebbero visti negare da Israele l'accesso al suo territorio. Arafat ha avvertito gli ultra che gli accordi firmati con Israele vincolano anche loro: «Maometto - ha ricordato - non avrebbe mai acconsentito alla violazione di impegni». L'operazione è incominciata nel quartiere islamico di Sajaya, a Gaza, lunedì pomeriggio quando Riad Muhammad Samri (40 anni) si è messo al volante del camion rosso Volvo carico, in apparenza, di contenitori vuoti. I documenti di viaggio affermavano che doveva ritirare in Israele una partita di pollame. Altri contenitori vuo- ti erano stati disposti in un cassone che sporgeva sul tetto dell'automezzo: dentro c'erano l'esplosivo e, sdraiato, Uissam Farhat, 22 anni, fratello di un militante del gruppo di guerriglia islamico Ez Aldin al-Qassam, e lui stesso interrogato due volte dai servizi palestinesi perché sospettato di tramare qualcosa. Dopo aver attraversato il valico di Erez, Samri si è diretto verso l'insediamento beduino di Teli Sheba (presso Beer Sheba) dove era atteso da un abitante del posto. La presenza del camion ha però insospettito una pattuglia della polizia in cerca di ladri di reperti archeologici: gli agenti hanno voluto approfondire le ragioni della presenza del camion in un luogo così remoto e, quando si sono avvicinati, sono stati aggrediti dall'autista. Una volta immobilizzati i due palestinesi, artificieri della polizia hanno fatto brillare la carica. E Israele ha tirato un sospiro di sollievo. Domenica una cellula di Ez Aidin al-Qassam - guidata dal super-ricercato Taher Kapisha, figura ormai mitica nella zona era riuscita invece a compiere un ardito attentato alla perferia di Hebron sparando raffiche di mitra contro un autobus di linea israeliano proveniente da Gerusalemme accompagnato da una jeep dell'esercito. Durante l'attacco - che ha provocato la morte di due coloni e il ferimento di altre dieci persone - i soldati non hanno risposto al fuoco: una circostanza che ha provocato irate reazioni fra gli abitanti della zona. Ad aumentare la collera dei coloni sono giunte ieri le dure condanne (tra 15 e 5 anni di carcere) del tribunale distrettuale di Gerusalemme contro quattro militanti del gruppo di estrema de¬ stra «Kach», tutti minorenni, responsabili di un attentato avvenuto tre anni fa a Gerusalemme in cui un palestinese fu ucciso e altri dieci furono feriti. La sentenza ha aumentato la sensazione di assedio dei coloni, che ritengono di essere stati abbandonati alla mercè dei palestinesi sia dal governo laborista, sia dall'esercito, sia dal sistema giudiziario. Ieri, inoltre, il ministro Vossi Sarid (Meretz, sinistra sionista) ha confermato che vorrebbe che da Hebron fossero evacuati subito i 400 coloni che vi risiedono. Secondo Sarid in quella città la coesistenza fra ebrei e palestinesi è impossibile: se l'esercito se ne andasse, ha affermato, «i coloni non potrebbero resistere nemmeno un'ora». Rischierebbero, cioè, di essere massacrati. Aldo Baquis Arafat condanna l'attacco e ammonisce gli integralisti: «Maometto non avrebbe mai approvato una violazione degli accordi» L'autocarro ancora fumante dopo l'intervento degli artificieri che hanno fatto brillare l'esplosivo. A destra Yasser Arafat
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