II neo-consociativismo viaggia in ferrovia

r— LOTTIZZAZIONE LOTTIZZAZIONE II neo-consociativismo viaggia in ferrovia Q UALCUNO sfoglia con avidità i giornali italiani per tenersi ag■ giornato sui sommovimenti di un Paese che dicono abbia affossato la Prima Repubblica. Qualcuno è ingenuo. Ma ha la memoria lunga. Perciò ha un sobbalzo quando apprende dell'ultima infornata di nomine eccellenti ai vertici delle Ferrovie dello Stato. Legge ad esempio che un tal Roberto Spingardi ò stato chiamato a svolgere le mansioni di condirettore generale delle FfSs. «Spingardi, Spingardi: questo nome non mi è nuovo», sussurra perplesso. Ma non fa in tempo a darsi mentalmente la risposta che un altro nome cattura la sua attenzione: quello di Nadio Delai, promosso a responsabile delle «politiche economiche e sociali» delle medesime Ferrovie dello Stato. «Delai, Delai: dove ho già sentito questo nome?». Qualcuno è scrupoloso e conserva con ammirabile diligenza le annate dei giornali italiani. Consulta il suo archivio ed ecco che compare dalle nebbie della memoria il nome di Roberto Spingardi. Il neo condirettore generale delle Ferrovie dello Stato, infatti, ha ricoperto per un lungo periodo i) ruolo di capo del personale (e delle relazioni esterne) della Fininvest e ha lasciato sì quel posto ma solo per assumere incarichi di rilievo nella neonata Forza Italia quando Berlusconi decise di scendere in campo. Qualcuno ò ingenuo ma ama circondarsi di amici molto informati e pettegoli. I quali lo mettono al corrente di una circostanza davvero singolare. E cioè che il nome di Spingardi fu fatto dall'allora presidente incaricato Berlusconi quando, durante un colloquio di consultazione con i dirigenti di Cgil, Cisl e Uil, avrebbe indicato nell'ex capo del personale Fininvest l'ideale ministro del Lavoro del suo futuro governo. Proponimento che poi non /rebbe avuto alcun seguito, come ben sa l'ex ministro del I avrei I come Lavoro Clemente Mastella. Con il che, tuttavia, il lettore ingenuo sposa una prima conclusione: Spingardi sarà senza dubbio un brillante e apprezzato manager (nonché autore di un libro dal titolo Cosa farò da grande), e tuttavia le ragioni della sua nomina ai vertici delle FfSs obbediscono certamente a criteri per così dire extra-manageriali. Diciamo pure a criteri che più hanno attinenza con i rapporti che le Ferrovie dello Stato intendono intrattenere con l'area aziendal-politica di cui Spingardi è stato significativa espressione. Già, ma c'è Delai. Nadio Delai, si appura, detto affettuosamente «Delai Lama» per le sue prolungate frequentazioni buddiste, è stato prima direttore del Censis per poi essere chiamato dalla Rai dei «Professori» a svolgere il delicato compito di direttore di Raiuno. Un uomo, si direbbe, di centro-sinistra. Comunque di simpatie e riferimenti politici opposti a quelli di Spingardi. Con il che il lettore ingenuo ma intellettualmente onesto è costretto a correggere la sua primitiva impressione: le nomine eccellenti alle Ferrovie sono destinate a procurare una certa qual soddisfazione non in una soltanto ma in più aree del variegato panorama politico italiano. Il distaccato cultore di cose italiane, insomma, è costretto ad ammettere che nel Paese di cui si dice che abbia affossato la Prima Repubblica sopravvive con non scalfita integrità l'antica e collaudata pratica detta «lottizzazione». Che in qualche segreta stanza si sono svolti impegnativi colloqui (come si dice: a 360 gradi) per ottenere un risultato che non scontentasse qualcuno. E che, malgrado l'animosità con cui gli schieramenti politici si affrontano nella nuova Italia, permangono nicchie di quel «consociativismo» che ora il lettore ingenuo ha finalmente capito che cos'è. Pierluigi Battista sta |

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