Telecom in linea c'è un utile record di Roberto Ippolito
Profitti a 1450 miliardi per il primo esercizio del gestore unico. Sale il dividendo Profitti a 1450 miliardi per il primo esercizio del gestore unico. Sale il dividendo Telecom, in linea c'è un utile record Nasce una società per il settore dei telefonini ROMA. Il telefono allunga la vita. E riempie il portafogli. Si chiude con 1450 miliardi di utili il primo bilancio approvato ieri dal consiglio di amministrazione della Telecom Italia, la società nata nel 1994 dalla fusione dei vecchi gestori. L'utile netto rappresenta un vero e proprio record: è più del doppio rispetto a quello ottenuto dalla sola Sip nel '93, supera di 425 miliardi i profitti ottenuti complessivamente l'anno precedente da Sip, Italcable, Telespazio e Sirm. Il dividendo relativo al 1994 sarà di 105 lire per le azioni ordinarie e di 125 per le risparmio (contro le 85 e 105 della Sip per il 1993). Forte di questi risultati (definiti «eccellenti» da un comunicato aziendale), il consiglio di amministrazione della Telecom non si preoccupa troppo nella seduta di ieri di perdere un pezzo. Si stacca infatti il settore telefonini, nasce Telecom Italia Mobile, che come la «madre» sarà quotata in borsa. Con le decisioni che verranno formalizzate dall'assemblea del 5 maggio, l'azionariato sarà identico a quello della Telecom (controllata con il 62,4% dalla Stet): per ogni azione ordinaria Telecom ne sarà assegnata una Telecom Mobile e lo stesso rapporto paritario è previsto per i titoli di risparmio. La creazione della nuova società avviene proprio mentre si è aperta la concorrenza nel settore dei telefonini. Il consorzio Omnitel pilotato dall'Olivetti sta costruendo la rete per andare a caccia di clienti. «L'azienda ha la capacità per competere» assicura Francesco Chirichigno, amministratore delegato Telecom. Ma Chirichigno si lamenta per le «condizioni di scenario esterno» che influirebbero «pesantemente sullo sviluppo e sulle possibilità di successo di Telecom Italia». Avviandosi alla perdita del monopolio, l'azienda chiede «regole chiare» e nuovi metodi per le tariffe per «competere ad armi pari con i nostri concorrenti stranieri e italiani». La Telecom rivendica «le proprie capacità». Forse non è un caso che queste dichiarazioni vengano diffuse insieme ai dati di bilancio. I ricavi del 1994 raggiungono i 29.100 miliardi, contro i 23.404 della sola Sip nel 1993 e i 26.797 di Sip, Italcable, Iritel e Sirm. L'indebitamento della Telecom migliora rispetto alle situazioni ereditate: la Sip aveva quasi una lira di debito per ogni lira di ricavi. Adesso la Telecom ha 18.543 miliardi di indebitamento su 29.100 di ricavi. Da queste cifre Chirichigno ricava «la conferma della bontà del progetto Telecom Italia e della straordinaria capacità di integrazione, a tutti i livelli, che ha consentito sin dal primo anno di vita della società di portare a segno un forte aumento dei ricavi e rilevanti contenimenti dei costi». La Telecom non deve fare i conti solo con la liberalizzazione del settore e quindi con lo sviluppo della concorrenza. Deve tener d'occhio le vicende della Stet, la finanziaria dell'Iri alla quale fa capo. Il governo di Lamberto Dini vuole accelerare i tempi della privatizzazione della Stet. Il presidente dell'Ili Michele Tedeschi sta consultando le banche che si sono candidate a rilevare tutte le azioni Stet in mano al gruppo pubblico. Roberto Ippolito Francesco Chirichigno guida la Telecom Italia
Persone citate: Chirichigno, Francesco Chirichigno, Lamberto Dini, Michele Tedeschi
Luoghi citati: Italcable, Roma, Sip, Sirm, Telespazio
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