La Borsa archivia il venerdì nero di Valeria Sacchi
La Borsa archivia H venerdì nero MERCATI IN BILICO Il ciclo azionario di aprile esordisce al galoppo, poi l'indice cambia marcia La Borsa archivia H venerdì nero Ma il maxi-aumento Gemina parte in sordina MILANO. Dati i tempi, il bilancio modesto del primo giorno borsistico del ciclo di aprile non va giudicato troppo male. E' vero che a fine seduta il rialzo dello 0,7% del •Mibtel non è bastato a coprire lo scarto dei riporti, ma dopo il crollo del 3% di venerdì scorso non ci si può neppure lamentare. La batosta di venerdì, infatti, era stata pesante, e ancor più pesante se sommata allo scardinamento della lira. Ragion per cui molti temevano, anche per ieri, il peggio, ossia il ripetersi del copione «nero». Così non è stato, e del resto anche la nostra moneta ha recuperato un po' di terreno. Se mai la delusione nasce dal fatto che, dopo un inizio brillante, la Borsa ha subito dimostrato di avere ancora il fiato corto, ed è andata via via assottigliandosi, sia sotto il profilo del giro d'affari che sotto quello dei prezzi. All'apertura del mercato, il listino era infatti partito a gran carriera, con un rimbalzo che puntava deciso verso un progresso del 2%. Viceversa, pur senza invertire completamente la tendenza, lo sprint si smorzava. A mezzogiorno, il vantaggio era già smussato ad un più 1,7%. Alle ore 13 la quota aveva perso ancora qualcosa, e il calo proseguiva, sebbene a piccoli passi, fino alla chiusura che ha visto l'indice Comit terminare in ribasso dello 0,26% a quota 591,50. Parallelamente, si rarefacevano gli scambi che, a fine seduta, superavano di poco i 460 miliardi, contro i mille e passa miliardi del controvalore di venerdì. Se l'ottimismo iniziale aveva trovato sostegno nel migliore andamento della lira e dei titoli di Stato, spingendo in alto soprattutto i valori guida, ben presto negli investitori istituzionali subentrava la prudenza. Si accentuava quindi la tendenza a vendicchiare e, comunque, a non comperare. Oggi si vedrà. Le blue chips perdevano punti, limando i guadagni delle prime ore. Così le Fiat, dopo essere salite di quasi il 2%, chiudevano la giornata con una crescita dell'1,32% e le Montedison, dopo aver segnato un rialzo dell'1,64%, finivano in perdita. Stesso copione per le Generali, il cui vantaggio calava dallo 0,66% allo 0,18% mentre le Ferini, rimbalzate di oltre il 4%, terminavano con un segno negativo superiore all'1%. A far scemare l'ottimismo del mercato sono stati soprattutto i timori sulla ripresa dell'inflazione interna li cui dati usciranno stamane) che, se confermati, potrebbero trascinare al rialzo dei prezzi e, di conseguenza, a nuove tensioni sui tassi. Senza contare le incognite della riforma previdenziale e della volatilità del quadro politico. Il mercato, insomma, è ben lontano dalla stabilità, un clima che induce gli operatori al mordi e fuggi o ad operazioni brevi di marca specula¬ tiva. Gemina, per la quale e partita ieri l'operazione di aumento di capitale per raccogliere 1526 miliardi, non è riuscita a raggiungere il prezzo di collocamento di 1000 lire. Dopo aver toccato soglia 945 in apertura, il titolo della finanziaria è stato trattato nel finale intorno alle 940 lire contro la chiusura a 933 lire di venerdì. Con i nuovi dettagli forniti alla Consob sulla situazione dei conti, Gemina ha precisato che i rischi connessi alle operazioni su cambi della controllata Gemina Financial Products Sim fanno tutte capo alla clientela, e non esistono posizioni a rischio «in proprio». L'operazione sul capitale è comunque garantita, sia dai grandi azionisti Gemina che si sono impegnati a sottoscrivere le proprie quote, sia da un consorzio presieduto da Mediobanca e guidato da Mediobanca e Paribas. Valeria Sacchi Anche gli scambi sono scesi da mille a 460 miliardi Attilio Ventura presidente del Comitato agenti di cambio
Persone citate: Attilio Ventura
Luoghi citati: Mediobanca, Milano, Paribas
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