C'è Valentino la moda sfratta le stravaganze di Antonella Amapane

Parigi, défilé superchic e senza eccessi Parigi, défilé superchic e senza eccessi C'è Valentino, la moda sfratta le stravaganze Continua la battaglia dietro le quinte Malmenata una giornalista italiana PARIGI DAL NOSTRO INVIATO E venne il giorno della resa dei conti, della moda saggia e matura, dell'eleganza vera per gente normale. Valentino dedica la sua collezione, oltre che alle ragazze, a tutte le donne che rifiutano di inchiodarsi nei ruoli plastificati dell'eterna giovinezza al bisturi. Applaudono unanimi le dame in platea. Dalla sofisticata viscontessa Jacqueline de Ribes, alla Lollo in visone rosa. Dall'interprete di «Farinelli» Elsa Zylberstein (allacciata a Stefano Dionisi), fino a Jill, moglie di un vispissimo Tony Curtis; una ventenne bionda e pimpante che - quando sotto gli occhi del marito si toglie il giacchino sfoggiando la vertiginosa scollatura - scatena un boato. Per godersi il défilé è arrivata da Los Angeles e, come le altre, racconta eccitata che si comprerebbe tutto. Il sarto traccia la mappa di uno chic spontaneo, confortevole, dove a tratti si riconosce il languore degli Anni Trenta. Massima libertà di movimento nelle giacche boucle a sacchetto, nei fluidi pigiama nocciola e nei piccoli cardigan. I golfini a ragnatela di perline sono una marea, accompagnano con disinvoltura palpitanti sottane godet in voile che sfiorano il polpaccio, ma anche gonnelle di tweed, creando insoliti contrasti. La sera è un morbido fruscio di tessuti pastello, ma pure di neri drammatici. Nessuna forzatura. Eccetto un piccolo volo pindarico: l'abito marron glacé che vela con ricami a collana le natiche marmoree di Naomi. Una stoccatina sexy, per poi ritornare immediatamente nei ranghi di uno stile superchic genere duchessa di Kent, persino privo di trucco. E' un graffietto morbido quello di Chanel, dove le top esibiscono unghie finte, trapuntate (come le borse matelassè), dipinte di rosso-nero. Un campionario di maschiette spettinate con fazzoletti in testa da mondina; mentre i tacchi ultrapiatti favoriscono falcate a papera. Volumi ampi e pantaloni da uomo per lady che Lagerfeld definisce «bisessuali», forse un filo noiosine nei tailleur da ufficio, scostati, quasi minimalisti. E alla fine vai con i camici bianchi: «Un accenno nostalgi- co alle vestaglie da cabine che un tempo indossavano le indossatrici degli atelier», dice Lagerfeld, riferendosi alle vecchie mannequin, come Bettina Graziani che qui possiede un palazzo ed è mantenuta dalla Begum (doveva sposare il figlio dell'Aga Khan che morì il giorno prima delle nozze). Bettina era la favorita di Hubert Givenchy. L'intramontabile couturier, dopo aver mostrato un distillato di eleganza, spiega: «Continuerò a lavorare ancora per due stagioni». Il bollettino delle vittime della moda si allunga: ieri, nel backstage di Chanel, è dovuto intervernire Karl Lagerfeld per difendere l'inviata della «Nazione», Eva Desiderio, spintonata violentemente da un «armadio» della tv americana. Colpite da malore le direttrici di Elle e Vogue France. La guerriglia del prét-à-porter continua. Antonella Amapane Un modello presentato da Valentino

Luoghi citati: Los Angeles, Parigi