«Fermate i barbari terrore delle caserme» di Francesco Grignetti

Arriva in Parlamento il caso del paracadutista suicida «per le angherie del nonnismo» Arriva in Parlamento il caso del paracadutista suicida «per le angherie del nonnismo» «Fermate i barbari terrore delle caserme» ROMA. Il paracadutista Andrea Oggiano si è gettato sotto un treno due giorni fa prima di rientrare in caserma, a Sestri Levante. Alla mamma aveva detto di non farcela più a subire le angherie del nonnismo. L'alpino Michele D'Agostino ò morto ieri dopo essere precipitato nella tromba delle scale, a Bolzano. «Non si hanno elementi per stabilire se si tratta di disgrazia o di suicidio», afferma il comando del Quarto corpo d'annata. Un altro alpino, recluta da appena quattro giorni, in una diversa caserma di Bolzano, ò volato fuori dalla finestra: Helmuth Feichter, altoatesino, si è salvato miracolosamente dopo una caduta di dieci metri. «Sono in corso accertamenti per verificare se e stata una bravata o se vi siano state altre ragioni». Naturalmente sono casi diversi. Secondo alcuni commilitoni di D'Agostino, la caduta sarebbe colpa della sua esuberanza: da qualche giorno provava la discesa delle scale a cavalcioni del corrimano. E' un mistero, invece, la caduta di Feichter: alle 23, appena rientrato da una pizza con gli amici, e mentre l'ufficiale di servizio faceva il contrappello, è letteralmente volato dalla finestra. Per fortuna è atterrato su una aiuola. «Episodio sconcertante», lo definisce lo stesso comando. Ma tre episodi del genere, in sole 48 ore, sono davvero un po' troppo. Così fioccano le interrogazioni parlamentari. E si fa sentire anche «L'Osservatore Romano». «Non può essere consentito - scrive il quotidiano del Vaticano - che si umilii una persona, talvolta sino a distruggerla psicologicamente, specie se è sola, sensibile e spaesata». Si toma insomma a discutere del nonnismo nelle caserme, ovvero la prepotenza degli anziani sulle reclute. Ma la gerarchia militare ci va cauta. Nel caso del para Oggiano, anzi, unico suicidio accertato, nega. Il comando della Regione militare toscoemiliana, infatti, precisa che il giovane dormiva in una compagnia di militari di uguale anzianità e che semmai si deve guar¬ dare a un fidanzamento interrotto bruscamente. Lo stesso, più o meno, sostiene il generale Bruno Viva, comandante della Brigata paracadutisti: «Sussistono fondati dubbi sulle cause "reali" che avrebbero spinto il giovane Andrea Oggiano al suicidio». E invece il generale se la prende con chi arriva a «facili quanto sbrigative conclusioni... con deduzione artificiosa». L'ultima parola toccherà al ministro-generale, Domenico Cordone. In questi giorni Cordone è all'estero, in missione nel Golfo Persico. Rientra oggi. E troverà sul suo tavolo una raffica di interrogazioni parlamentari. Lo interpellano il radicale Elio Vito, il leghista ortodosso Claudio Percivalle e il leghista fuoriuscito Mauro Polli. Polli, in particolare, già sottosegretario alla Difesa nel governo Berlusconi, non ha dubbi: nelle caserme imperversa «la parte peggiore e più arretrata delle forze armate». Chiede dunque al ministro di intervenire e stroncare il fenomeno. Concorda Falco Accame, presidente di un'associazione per l'assistenza «alle vittime delle Forze armate». E naturalmente Corcione dovrà dare anche una risposta all'allarme dell'Osservatore Romano. Ma davvero nelle caserme la vita delle reclute è a rischio? Davvero imperversa il nonnismo? «Diciamo che negli ultimi tempi la situazione è peggiorata - ammette Umberto Cappuzzo, ex senatore de, ex capo di stato maggiore della Difesa, oggi membro del parlamentino della Nato - e per diversi motivi. Il primo è che i giovani d'oggi sono portati alla violenza gratuita. Lo vediamo allo stadio. C'è chi si realizza in queste maniere stupide e violente. Ed è naturale che quanto accade nel Paese si riproduca nelle caserme. Ma il secondo motivo è il lassismo da parte dei comandanti. Non è neanche colpa loro: da quando le forze armate rispettano l'orario di lavoro, e pagano lo straordinario del personale di carriera, ci sono una presenza e un controllo ben minori di prima. Alla fine, non mi meraviglio se gli scherzi, da goliardici che erano, diventano sempre più pesanti fino a sfiorare il sadismo». Ed è quanto sostiene anche un altro ex generale, Luigi Ramponi, già comandante della Finanza e del Sismi, oggi senatore di Ari. «Spero - dice Ramponi - che il fenomeno sia in diminuzione, anche se non si può parlare di estinzione. Imbecilli che si organizzano, purtroppo, ci sono. E formano nelle camerate una gerarchia parallela, che va rotta da parte della gerarchia ufficiale. Se fosse tollerata, sarebbe un comportamento idiota e colpevole. Sì, perché un comandante che ammetta un altro tipo di gerarchia, ammette anche la sua incapacità». Francesco Grignetti A Bolzano giallo sulla morte di un alpino e su un altro soldato ferito Un gruppo di soldati di leva all'uscita di una caserma

Luoghi citati: Bolzano, Roma, Sestri Levante