« La scienza non si fermerà » di Daniela Daniele
L'antropologa: ma bisogna dirle «no» « La scienza non si fermerà » L'antropologa: ma bisogna dirle «no» «Ma dove andremo a finire?». Sarà di sicuro questa la reazione più comune della gente, oggi, alle parole del professor Spera: embrioni clonati, uomini «incinti», semi di cadaveri. E tutti a invocare una logge, tutti a chiedere che il confine resti invalicabile. Ma la mente umana non può fermarsi. E, per chi non ha un'anima cieca, è ormai evidente che la specie Homo Sapiens si sta evolvendo in qualcos'altro. «L'umanità - dice l'antropologa Ida Magli - sopravvive perche proietta all'esterno dell'organismo biologico tutte le sue possibilità». E allora come affrontare questi sconvolgenti temi della bioetica, signora Magli? «In un solo modo: ogni discussione sulle situazioni, sui casi da vagliare, sulle diverse possibilità dev'essere, drasticamente, respinta». Un drastico «no» alla ricerca in quei campi? «Un drastico "no" all'applicazione di questo tipo di ricerca nella vita di tutti i giorni. La scienza, c'ò poco da fare, andrà avanti ugualmente, l'uomo non potrà fare a meno di continuare a cercare. Ma il passare, poi, al¬ le vie di fatto dev'essere messo nelle mani del buonsenso». Ma ricerca vuol dire anche e soprattutto sperimentazione. E sperimentazione significa applicazione pratica di un assunto teorico. Come conciliare il via libera alla scienza e lo stop alla sua messa in pratica? «Lo so, ò difficile; però la legge vieta la sperimentazione sugli esseri umani. Già tutte queste manipolazioni sull'embrione corrono sul filo dell'illegalità e mi stupisco che nessun magistrato ci abbia mai pensato». Come si può permettere, dunque, la ricerca in questo campo se poi si vieta di usarne i risultati? Anzi, come si possono studiare nuovi metodi di fecondazione se poi non si possono sperimentare? «Sono discorsi che turbano, inutile nascondercelo. E mi rendo conto che si andrà avanti, che si arriverà fino al punto in cui non ci sarà più da discutere se sia immorale rendere gravido l'uomo oppure far nascere bambini da donne ultrasessantenni. Si arriverà al "contenitore", all'utero esterno, dove si metteranno insieme ovulo e spermatozoo, per far nascere i nuovi esseri umani». Nel frattempo? «Nel frattempo occorre sintonizzarsi sulle regole di questa nostra società che non è ancora pronta ad accogliere cambiamenti del genere: le controindicazioni di certe pratiche, per ora, sarebbero terribili rispetto alle possibilità positive». Vuol dire che un giorno, in un lontano futuro, queste ricerche potrebbero essere la salvezza del genere umano? «Chissà? Non ò possibile escluderlo». Daniela Daniele
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