Ambra cuor di mamma

Ambra, cuor di mamma A Pescara la minidiva di «Non è la Rai» debutta dal vivo: ed è un trionfo Ambra, cuor di mamma Sottotono la contestazione PESCARA DAL NOSTRO INVIATO «Mamma, sono tesa come una corda di violino». Sospira, la signora Doriana: «Figlia mia, io sono più emozionata di te». La tiuccatrice dà gli ultimi ritocchi all'icona ambresca, e Doriana Angiolini entra ed esce dal camerino, a portar conforto. Sabato, quasi le nove di sera. Il minuscolo palazzotto di Montcsilvano è scosso da duemila cuori in tumulto. Vabbé, saranno millecinquecento. I genitori-accompagnatori-ostaggi forse non palpitano quanto i ragazzini e i bambini - piccoli fans di quattro, cinque anni - che s'affollano contro le transenne, sgranocchiando patatine e scambiandosi foto e quadernetti della SuperPupattola. Doriana sa che, adesso, la sua Ambra deve restare sola. Sola, andrà su quel palcoscenico: adolescente trascinata in un'avventura tanto grande che nessuno, mai, avrebbe potuto né sognare, né prevedere. «Abbiamo cominciato per scherzo - sussurra la SuperMamma - e adesso...». Adesso la bambina è alla sua prima volta. Perché un conto è stare in uno studio tivù, con Boncompagni che ti telecomanda in cuffia. E altro è giocarsi la pelle in una sera, cantare e ballare per un'ora e mezza, fare spettacolo senza rete. «Ambra, Ambra» gridano i ragazzini in coro: «Lo sa? Provo un senso di tenerezza, sentendoli», sorride Doriana. E' bionda e minuta, ancora una bella donna, «da giovane ho fatto qualche provino alla Rai, commedie musicali...», confessa, e scuote la testa, come a dire «ragazzate». Stringe forte al petto un beauty-case di pelle, «me l'ha regalato Ambra per Natale... mi scrive certe lettere, a Natale, che lei non s'immagina. Con delle frasi, delle idee... ». Eccola, Ambra. Compare tra fumi e fari, ridente madonnina dell'Italia neopagana, e attacca «T'appartengo». Nerovestita con corpetto d'argento, circondata da otto ballerinette giovanissime che ancheggiano con ingenua malizia. Quando la Divina si ritira per mutar d'abito, e rifiatare - anche le Divine rifiatano - iiTompe sulla scena un'altra giovinetta del premiato vivaio «Non è la Rai»: si chiama Alessia ed è munita di hot pants senza segreti. Signora mia, siamo già a Nabokov. «Guardi, ne hanno dette tante che non ci faccio più caso. Noi siamo sereni. Ambra è religiosa, non praticante ma religiosa. Mica bisogna andare in chiesa per essere credenti, no?». Non saprei, signora mia. La fa disperare? «Ma no, si figuri. Discutiamo, questo sì. Poi facciamo pace con un bacetto. Non ha il fidanzato, la sera non esce, non ha le chiavi di casa, in discoteca l'accompagniamo mio marito ed io. Anche quelle cattiverie su lei e Boncompagni... E' una persona serissima, Boncompagni. La gente...». Già, la gente è cattiva. Cattivi anche quelli del Bo. Bi. - Gianfranco Mascia in testa - che in sparuto drappello presidiano gli ingressi? Avevano promesso contestazione dura, per via di quei 12 milioni elargiti dal Comune a finanziare uno spettacolo «berlusconiano». E certo, ci raccontano i malcontenti, qui a Montesilvano tante cose non vanno. Ma stasera la protesta è sommessa, invisibile: una trentina di ragazzi in kefià, qualche cartello irridente, qualche bandiera rossa. Sarà il sonno della ragione, o sarà che i destini del Paese non si giocano quaggiù. Il palazzotto di Montesilvano non sembra una convention di Forza Italia: piuttosto una sagra di paese, una festa dell'Unità di una volta. Ci sono le famigliole con i panini di porchetta e le facce allegre da italiani in gita. E se le cose fossero andate diversamente, le bandiere rosse potrebbero stare qua dentro: a festeggiare la compagna Ambra, luce del popolo che per il popolo canta. Là, sul palcoscenico, la luce del popolo va avanti e indietro e s'imbaldanzisce, tiene il pubblico minorile con astuzia consumata, e mamma Angiolini persa tra la folla la scruta con occhi fervidi, trasalendo alla minima incertezza. «La guardo con occhi da mamma, da spettatrice e da fan; e se qualcosa non mi piace, glielo dico». Ma ha poco da dire, stasera. La bimba va come un diretto e can- zoncina dopo canzoncina riesce persino ad essere simpatica, riesce persino - adesso che non c'è Boncompagni a suggerirgliele in cuffia - a non sparare cavoiate. Fa il suo mestiere con diligente entusiasmo. Arruola tre ragazzini del pubblico e li istiga a Tappare «T'appartengo», si lancia nella battistiana «Eppur mi son scordato di te» e cambia in corsa il verso «sono un bruto, lo so» con «sono un mito, lo so», e non par manco spocchiosa; e i giovincelli l'adorano e l'invocano «non cambiare mai» e lei «ma chi cambia? Sono antipatica così come sono, sennò non sarei Ambra». In quella arrivano babbo Alfredo Angiolini in giacca blu e occhiali a goccia, e fratello Andrea Angiolini in giubbotto nero e pantaloni di vigogna. Parlottano con mamma Doriana, vanno sotto il palco. E la Creatura scherzosa manda baci e celia «la mamma non mi lascia mai, ciascuno ha la sua croce», e canta «Ciao mamma» del progressista Jovanotti. Sono le dieci e mezza, la festa finisce. Madre e figlia s'abbracciano. «Mi sento in paradiso», ansima la sudata reduce, rintanandosi sull'auto che la riporterà a Roma. La segue Doriana, finalmente quieta. Signora mia, stasera è nata una stella? «Il destino è suo, deciderà lei. E' forte e decisa. Io la consiglio, ma lei andrà per la sua strada». Sta scritto: le anime dei vostri figli abitano nella casa del domani, che voi non potrete visitare. Neppure in sogno. Gabriele Ferraris Ieri Ambra era a Napoli (assistita da Boncompagni); il 25 sarà a Brescia, il 26 a Torino. La signora Angiolini spettatrice e fan: «Sono più emozionata di lei» Libera dai suggerimenti in cuffia la show-girl balla e canta con sicurezza Ambra insieme con la mamma, Doriana Angiolini (foto di Cristina Ghergo da «Gente») A sinistra un momento del concerto

Luoghi citati: Brescia, Italia, Montesilvano, Napoli, Pescara, Roma, Torino