Hiroshige il «pazzo» in viaggio nel Sol Levante

A Torino le stampe del maestro ottocentesco A Torino le stampe del maestro ottocentesco Hiroshige il «pazzo» in viaggio nel Sol Levante UT TORINO \ EL Giappone dell'Era 1 Edo, instaurata nel 1603 1 dal grande principe-gei_Llnerale Shogun Tokugawa Ieyasu e conclusa solo nel 1868 con l'assunzione del pieno potere da parte dell'Imperatore Mutsuhito, un Giappone chiuso nel suo splendido Medioevo feudale senza contatti con l'esterno, la strada costiera Tokaido, via del Mare dell'Est, collegava Edo, l'attuale Tokyo, capitale politico-militare degli Shogun, con la sede imperiale di Kyoto. Sono 450 chilometri di ponti, porticcioli, traghetti, locande, templi shintoisti, boschi di pini e di ciliegi; la strada è dominata dal Fujiama, frequentata da gruppi di mercanti a cavallo con i loro portatori, da pellegrini, da contadini con mantelli impermeabili e grandi cappelli di paglia, dai corrieri degli Shogun detti «gambe volanti», dai cortei cerimoniali. Alle «Celebri vedute delle cinquantatré stazioni della Tokaido» di Hiroshige, l'ultimo grande maestro ottocentesco della stampa colorata giapponese, è dedicata fino al 20 maggio la mostra all'Arte Antica di Silverio Salamon. Le 53 stazioni di posta, con la grande varietà paesistica dal mare alle montagne costiere (comprese le Fudesute, «getta via il pennello», così nominate perché il famoso pittore quattrocentesco Kano Motunobu non si sentì in grado di rappresentare la loro selvaggia bellezza), con lo snodarsi delle tappe infinitamente variate della vita quotidiana come in un magico film, costituirono un tema principe per quelle serie silografiche a colori che ammaliarono Whistler e gli Impressionisti, i Nabis e Van Gogh per il tramite di letterati preziosi, dai Goncourt a Mirbeau. Non per nulla la grande scuola «popolare» delle incisioni, del XVIII secolo, culminanti alla fine nel grande Hokusai, portava il nome simbolico di Ukiyo-e, «immagini del mondo fluttuante» o «della vita che passa». Proprio Hokusai inaugura le serie dedicate alla Tokaido nel 1804-1806. Per la prima volta la straordinaria espressività realistica e dinamica della figurazione quotidiana di chi nominava se stesso «il pazzo del disegno» si equilibra con il respiro della veduta di natura, quale trionferà nella celebre serie delle Trentasei vedute del Fujiama. Lo stesso equilibrio, con il rafforzamento del primo piano figurato e un uso contrastato e drammatico del colore pur nei limiti della costante raffinatezza, caratterizza anche la serie del giovane Hiroshige, detta Tokaido orizzontale dal formato delle stampe, il suo primo grande successo nel 1833. A essa l'Arte Antica ha dedicato una mostra nel 1980. La serie ora esposta, la Tokaido verticale pubblicata nel 1855 con l'editore Tsutaya, è invece uno dei frutti più maturi e distillati della sua arte, anteriore di tre anni alla morte per colera. Appena un anno prima, nel 1854, la flotta americana del Commodoro Perry aveva imposto l'apertura dei porti al commercio europeo, ma qui il mondo e la vita lungo la strada erano ancora sospesi nella immobilità relativa del tempo shogunale, nei suoi immutati ritmi quotidiani: la pesca in quella stessa baia Kanagawa dove gettarono l'ancora le «quattro navi nere» di Perry, l'invito notturno al quartiere dei piaceri di Fuchu, l'innesto del riso a Fukuroi sotto il volo degli aquiloni rossi. Su questi ritmi visti a distanza domina poi il ritmo eterno degli scenari naturali, scanditi in piani paralleli di profondità che forse apparivano già troppo «occidentali» agli occhi dei consumatori locali: l'Occidente, ammirato e stupefatto, faticò molto a comprendere che queste immagini preziose nasceva¬ no e circolavano nel contesto di un mercato popolare di consumo. Su tutto si diffonde l'inimitabile delicatezza perlacea del variare cromatico delle stagioni, dalle nevi di Numazu o di Fujikawa ai ciliegi in fiore di Yoshitsune. E' lo spirito che risorge ancora oggi, dopo un secolo, in episodi dei Sogni di Kurosawa, e molto probabilmente anche una delle fonti. Una bella pagina di Focillon esprime al meglio l'essenza di questo spirito: «Costoro sono attenti ai vari giochi delle forme e della luce, a tutti i soffi erranti alla superficie versicolore del mondo. Non li incalza il senso della vita ma la vita stessa che passa. Cercano di captarla senza pietrificarla. Né si affaticano a sovraccaricarla di simboli o di pensieri». Marco Rosei All'ombra del Fujiama, le 53 stazioni della Tokaido fra templi shintoisti e ciliegi in fiore •'''ir ' rtlWflIftlHiBiMl'iW ■>>- - •' •• -VX. «Kuwana: i traghetti delle sette "ri"»; in basso «Ishiyakushi: i ciliegi di Yoshitsune vicino al piccolo tempio di Noriyori»: sono fra le splendide opere di Hiroshige in mostra a Torino

Persone citate: Focillon, Goncourt, Hokusai, Kano Motunobu, Kurosawa, Mirbeau, Silverio Salamon, Van Gogh, Whistler

Luoghi citati: Giappone, Tokyo, Torino