Ucciso il «re» dei rapimenti

Locri: Giuseppe Nirta avrebbe dovuto comparire oggi in tribunale. Era il patriarca della 'ndrangheta Locri: Giuseppe Nirta avrebbe dovuto comparire oggi in tribunale. Era il patriarca della 'ndrangheta Ucciso il «re» dei rapimenti // boss, 82 anni, freddato in casa CATANZARO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Era seduto ad una scrivania ed era intento a quello che, ormai da anni, era il suo chiodo fisso, scrivere, con grafia che l'età aveva reso insicura, memorie difensive da presentare ai giudici che via via se lo vedevano davanti ed ai quali ribadiva di non essere altro che un pensionato, un povero vecchio perseguitato da una brutta quanto immeritata fama. Giuseppe «Peppe» Nirta, 82 anni compiuti il 1° marzo scorso, si sentiva ormai «fuori», sicuro di non essere più in alcuna lista. Ed invoce lo hanno ammazzato, lì, alla sua scrivania, con cinque colpi di pistola sparati da una micidiale «38 special», proiettili che non gli hanno lasciato scampo, devastandone volto e nuca. Così è morto il «re dei rapimenti». Giuseppe Nirta, dicono gli esperti di 'ndrangheta, era stato almeno fino a quattro-cinque anni fa uno dei capi più ascoltati, di quelli insomma che erano in grado di imporre la loro volontà ben al di là dei confini geografici della sua cosca, quella di San Luca, nella Locride, terra di sequestri alle falde dell'Aspromonte. Un piccolo centro sviluppatosi in modo disordinato, con case nate all'improvviso. Case che, racconta una leggenda metropolitana, crescevano di un piano, di una stanza, di una serie di balconi, in coincidenza con il pagamento della rata di qualche sequestro di persona. Patriarca di vecchio stampo, aveva ufficialmente passato la mano, almeno apparentemente, ed anche per questo non temeva per la sua persona. Nirta, poi, era anche uno dei pochi elementi della 'ndrangheta di spessore tale da presiedere o convocare le riunioni periodiche che la mafia calabrese, secondo la tradizione, terrebbe a Polsi, in Aspromonte, all'ombra di un santuario dedicato alla Madonna dove, nel tempo, sarebbero state decise le strategie delle cosche, sanati i contrasti, programmate le rappresaglie e le eliminazioni. E non è un caso se Peppe Nirta sia stato assassinato davanti ad una piccola nicchia che aveva voluto far costruire accanto casa sua, a Bianco, e nel quale c'è una statua della Madonna di Polsi. Sebbene più che ottantenne, era ancora molto influente, anche perché le cronache di questi giorni lo vedevano sempre all'attenzione dei magistrati. Questa mattina, infatti, sarebbe dovuto comparire davanti ai magistrati di Locri, insieme ad un centinaio di altri imputati, per rispondere dell'accusa di sempre, associazione per delinquere di tipo mafioso. Ieri pomeriggio, dopo aver pranzato, si era messo un maglioncino ed aveva ripreso a scrivere, come faceva quasi quotidianamente da quando era sotto processo a Locri. L'as¬ sassino evidentemente è andato a colpo sicuro quando ha visto che il sole era alto e che, quindi, Peppe Nirta non sarebbe mancato al suo appuntamento con le carte ed i ricordi, con le accuse contro di lui e le sue puntuali difese. La scrivania era quasi appoggiata al muro, protetta da una tettoia spiovente, all'aperto, visibile da tutti. Un patio che Nirta aveva voluto costruirsi per godersi, diceva, il clima calabrese. Alla casa di Nirta (al piano terra di un palazzo di sua proprietà) si arriva da più lati, posta com'è quasi al centro di Bianco, a poche decine di metri dalla stazione ferroviaria. Il sicario ha probabilmente scelto il lato cieco, cioè quello che Nirta non poteva vedere. Forse il vecchio patriarca si è accorto di lui all'ultimo istante, quando l'assassino ha levato contro di lui la micidiale rivoltella. Cinque colpi, il rumore forse coperto da quello delle automobili di passaggio e Nirta è stramazzato, con le mani strette, negli spasmi della morte, su quei fogli di carta ai quali voleva affidare la sua ultima difesa. Diego Minuti Usuo clan implicato nei casi di Paul Getty HI e D'Amico Giuseppe Nirta, assassinato nella Locride Sopra, il paese di San Luca

Luoghi citati: Catanzaro, Locri