Hanoi scappa in Canada l'eroina antimperialista di Fabio Galvano
Hanoi, scappa in Canada l'eroina antimperialista Da bambina apparve bruciata dal napalm Usa in una foto che fece epoca Hanoi, scappa in Canada l'eroina antimperialista LA STORIA «ROVESCIATA» TLONDRA UTTO il mondo la conosce. E' la bambina vietnamita fotografata mentre fugge con il fratello, nuda e ustionata, urlando di dolore, dopo un attacco al napalm contro il suo villaggio di Trang Band, a una sessantina di chilometri da Saigon. Per anni fu usata dalla propaganda di Hanoi, simbolo degli orrori della guerra ma soprattutto delle malefatte americane, anche se in realtà il bombardamento era stato dei sudvietnamiti. La sorpresa è che a vent'anni dalla fine di quell'inutile guerra la bambina - si chiama Phan Thi Kim Phuc, è ormai adulta e madre - sia fuggita al regime che l'aveva adottata come simbolo del colonialismo americano e abbia trovato rifugio in Canada, nel «mondo dei capitalisti» che la sua immagine era servita a combattere. I suoi genitori sono rimasti in Vietnam; e ai giornalisti del Mail on Sunday, che hanno ritrovato la bambina forse più famosa di quel conflitto, mostrano ancora orgogliosi quella fotografia e le successive riproduzioni artistiche volute dal regime. Anche il fratello Phan Thanh Tarn, che nella fotografia compare piangente in primissimo piano, è rimasto, rovinato dal napalm, nel villaggio. La defezione della figlia riempie di paura i genitori; e proprio temendo l'ira di Hanoi la bambina che valse il premio Pulitzer al fotografo Nick Ut vive in modo anonimo in una via del quartiere cinese di Toronto. Oggi Phan Thi Kim Phuc ha 32 anni. Il marito si chiama Bui Huy Toan, era anche lui un «giovane d'oro» del regime. Si erano conosciuti a Cuba, dove frequentavano l'università dell'Avana. Lei ci era stata mandata nel 1986, in preparazione a un ruolo di «ambasciatrice» di Hanoi; e come tale era stata usata anche per un viaggio in America che voleva essere di pace ma anche di polemica. A lei quella vita non piaceva; e così, tre anni fa, architettò la fuga. I due riuscirono a raggiungere, avventurosamente, la cittadina canadese di Gander, dove in segreto ottennero asilo politico. Paffuta e sorridente, è ben diversa dall'immagine del terrore scattata nel 1972 quando aveva appena 9 anni: «Questo è un Paese meraviglioso - dice -. Finalmente sono libera. Ero stanca di essere usata come una pedina. Ma per il momento preferisco nascondermi al resto del mondo: ho sofferto troppo, in passato, e devo stare attenta a che cosa dico». Non solo è sulla lista dei traditori di Hanoi - e per questo non comunica in alcun modo con i genitori, che fino a ieri non sapevano né dove si trovasse la figlia, né del suo matrimonio, né del figlio Thomas di 11 mesi - ma è stata anche duramente criticata dai profughi vietnamiti, i boat peo- ple, per essersi prestata - lei sudvietnamita - alla propaganda comunista. Quel giorno di giugno del 1972 Phan Thi Kim Phuk si era rifugiata nel tempio di Trang Bang con i genitori e con i sei fratelli, dei quali due - uno di tre anni, l'altro di nove mesi - sarebbero rimasti uccisi nel bombardamento. Truppe comuniste avevano occupato la piazza del mercato, attorno alla strada - la Boute 1 - che era la principale via di comunicazione fra Saigon e Phnom Penh. Il contrattacco era stato immediato. Tutti gli abitanti del villaggio, terrorizzati, si erano rifugiati nel tempio, ritenendolo immune dal «fuoco che cade dal cielo». Tre giorni durò il bombardamento; fino a quando gli Skyraiders sudvietnamiti attaccarono anche il tempio. Prima le bombe al fosforo, per illuminare la zona, poi il napalm. Kim fu colpita da uno schizzo. Si getta sulla strada strappandosi i vestiti di dosso e gridando «nong qua nong qua», troppo caldo troppo caldo. In quel momento il fotografo Nick Ut si trovava sulla strada: era appena arrivato, con un gruppo di giornalisti, da Saigon. Il resto è storia. Fabio Galvano Per la propaganda vietnamita fu un'icona della lotta agli americani Ma lei (che ha 32 anni) si è stufata «A Toronto ho scoperto la libertà» La famosa fotografia della piccola Phan Thi Kim Phuc, in fuga col corpo ustionato dal napalm V
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