Cmc, sequestrati 52 conti correnti di Lorenzo Del Boca
Cmc, sequestrati 52 conti correnti Avviso di garanzia al presidente della cooperativa rossa perquisita dalle Fiamme Gialle Cmc, sequestrati 52 conti correnti Per 3 miliardi e 800 milioni: fondi per tangenti? RAVENNA DAL NOSTRO INVIATO Sequestro di cinquantadue conti correnti per tre miliardi e ottocento milioni («abbondanti») al portatore e avviso di garanzia al presidente della cooperativa «rossa» di Ravenna Cmc, Paolo Belletti. La difesa, per bocca dell'avvocato Roberto Fariselli, minimizza e addirittura dubita che «quel denaro sia riconducibile a fondi dell'azienda». Per gli inquirenti, invece, si ipotizza il reato di «false comunicazioni in bilancio» e «appropriazione indebita». I soldi sarebbero un piccolo tesoro messo da parte con sottofatturazioni attraverso la vendita di immobili e saldi in nero di fondi di magazzino in modo da costituire un serbatoio cui attingere per pagamenti irregolari. Fondi previsti per pagare tangenti? Per scoprire natura e destinazione di questo «tesoro» il sostituto procuratore della Repubblica che ha avviato l'indagine, Francesco Iacoviello, titolare di altre inchieste legate al mondo dell'imprenditoria sotto il segno del pci-pds, ha ordinato una serie di perquisizioni al quarto piano della palazzina di via Trieste, sede della Cmc, Cooperativa muratori e cementieri. Fiamme Gialle anche negli uffici e nella casa del presidente Belletti. Dicono che il materiale ottenuto nel corso di questo blitz sia interessante e consenta di ricostruire una serie di opera¬ zioni finanziarie che interessano il pubblico ministero. Ora il colonnello Mancini, comandante della Guardia di finanza di Bologna e braccio destro del magistrato, sta realiz¬ zando con i suoi uomini una serie di riscontri incrociati in diverse banche per controllare se ci sono libretti al portatore analoghi. I cinquantadue conti correnti già individuati erano il risultato di uno spezzettamento della riserva del denaro costituita in modo illecito e nascosta in tante piccole casseforti in modo da non creare sospetti. I libretti di risparmio erano coperti da nomi di fantasia: Svezia, Rimini, Monte Bianco, Marco Polo e - coerentemente Anonimo: ciascuno era dotato di un conto abbastanza modesto sempre inferiore ai 100 milioni. Risultavano accesi presso alcune filiali della Banca Popolare di Ravenna e il Credito Romagnolo. Ma ci sono altri «risparmi» nelle stesse banche o in altri istituti di credito della città? Secondo gli inquirenti, dal 1990 al 1993 due funzionari della Cooperativa di Ravenna che avevano grandi responsabilità nella cooperativa e che si collocavano fra i diretti interlocutori del presidente, avrebbero prelevato a più riprese cifre fra i cento e i trecento milioni. Per che cosa? La risposta alle indagini. Lorenzo Del Boca Francesco Iacoviello il sostituto procuratore della Repubblica che ha avviato l'indagine
Persone citate: Belletti, Francesco Iacoviello, Mancini, Paolo Belletti, Roberto Fariselli
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