27 marzo, il Polo in dubbio

27 marzo, il Polo in dubbio 27 marzo, il Polo in dubbio Sarà festa o una commemorazione? L'AMARCORD DEGLI EX GOVERNANTI UN grande comizio, con Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, a piazza del Popolo, a Roma, il 26 marzo. A un anno meno un giorno dalle elezioni che segnarono la vittoria del Polo. Per ricordare quel «responso popolare», per protestare contro «lo scippo elettorale», per sollecitare, ancora una volta, il voto. Un grande comizio nella quarta domenica di quaresima, proprio | quella cjie il Cavaliere, quanao fu detronizzato, indicò come la data ideale per tornare alle urne. Con questa manifestazione, il leader di Forza Italia vorrebbe festeggiare la ricorrenza di quelle elezioni e mobilitare il «suo» popolo, in genere allergico alle piazze. L'idea, Berlusconi, la coltiva da tempo, anche su suggerimento di Giuliano Ferrara. E l'ha proposta per la prima volta agli uomini del Polo, venerdì 3 marzo, in quel vertice a via dell'Anima in cui il centrodestra decise di votare «no» alla manovra del governo Dini. «Sì, l'ipotesi è ancora in piedi - spiega Maurizio Gasparri, braccio destro di Fini - anche se non abbiamo discusso i dettagli operativi. Non c'è stato tempo, perché abbiamo dovuto preparare le amministrative, per questo non ne abbiamo più parlato». Il progetto, perciò, non è entrato in fase di attuazione, ma l'idea continua ad aleggiare, nei summit dell'ex maggioranza, nelle chiacchiere che si fanno a via dell'Anima, esaminando i sondaggi (l'ultimo della Cirm dà il Polo, senza Pannella e Buttiglione, al 49,5 per cento) e sognando la rivincita. Già, la rivincita. A un anno da quella vittoria che sembrava dovesse cambiar tutto, gli uomini del Polo si ritrovano all'opposizione: i forzitalisti, da neofiti, quelli di An, da decani. E la prospettiva di una manifestazione in onore del 27 marzo alletta molti, ma lascia perplessi alcuni. Per questo Berlusconi, dopo aver sondato Fini (che si è detto d'accordo), sta raccogliendo le opinioni dei «suoi». Enzo Savarese, «azzurro» con forti propensioni per Alleanza nazionale, è entusiasta: «Un'idea stupenda dice - io nel mio piccolo organizzerò in un locale, il Follia di Roma, il compleanno del Polo della Libertà. Comunque, l'ultima volta che ho parlato con il "Dottore" ho appoggiato questa idea». Anche il «falco» Alessandro Meluzzi è convinto. E propone: «Facciamola a piazza San Giovanni, la piazza storica del pei». All'ex portavoce di Fini, Francesco Storace, l'idea, invece, fa accapponare la pelle: «Più che una festa - spiega - sembrerebbe una commemorazione... che ci mettiamo a fare, i reduci del 27 marzo?». Storce la bocca anche il forzitalista Piero Broglia: «Io - afferma - non ci vado. Qui ci dimentichiamo che il nostro elettorato non è quello di An, il nostro ha paura del- la piazza. Un'ipotesi simile può stare bene a Ferrara, che è un ex comunista. Ma i moderati che c'entrano con tutto questo? Eppoi il vittimismo da furto del risultato elettorale stufa la gente». Opinioni diverse si agitano nel Polo alla vigilia di quell'anniversario che tutti, però, ricordano con una sorta di nostalgia. Non sono solo i generali del centro-destra, infatti, a sentirsi orfani di quella vittoria. Anche i loro luogotenenti avevano puntato tutto sul 27 marzo. «La sera della vittoria - racconta Savarese con un pizzico di rimpianto - girai tutta Roma con un furgoncino tricolore e alle cinque di mattina andai a brindare nello studio di Previti: chi l'avrebbe mai detto che sarebbe andata a finire così?». Flashback, pure per Meluzzi: «Io - dice - festeggiai in pizzeria vicino a Mirafiori. Un posto tenuto da un egiziano dove avevo uno dei miei quartieri generali: ogni mercoledì sera una grassa libanese intratteneva i clienti con la danza del ventre». Ricordi, ma un anno dopo che cosa è rimasto, oltre ai ricordi? Una manifestazione, che forse alla fine, per motivi di «opportunità politica», potrebbe saltare? Gli uomini del Polo vorrebbero scrollarsi di dosso questo fastidioso interrogativo. Ma poi rimuginano e con il senno del poi elencano gli errori. «Io - spiega Broglia l'avevo capito che Bossi ci avrebbe fatto quello scherzetto. Che Scalfaro era fazioso e che i comunisti, visti da vicino, facevano ancora più paura. E poi adesso stiamo facendo pure noi i nostri sbagli. Il primo è stato quello di non entrare al governo. Ma come si fa a dire che Dini ò un comunista e che Buttiglione è affidabile? Già, se la smettessimo con queste cose, forse ci sentiremmo anche meno avviliti. La verità è che ci siamo messi a fare i giochini politici, a seguire le tattiche di Fini. Ma se mi chiedono di votare contro le pensioni per disciplina di partito, io non ci sto, io guardo al contenuto». Opposizione, e ancora opposizione, invece, per Storace, che al contrario di Broglia racconta di essersi illuso, quel 27 marzo, che tutto sarebbe andato avanti per il meglio: «Sì osserva - vedevo che Bossi stronzeggiava, ma pensavo: "Lo fa perché ò in campagna elettorale", invece no, è uno stronzo davvero». Errori, ne ammette anche il deputato di An: «Essersi fidati troppo di i Scalfaro, per esempio», spiega. «Sì - gli dà ragione Meluzzi - i conti con il Quirinale li dovevamo fare velocemente nei primi tre mesi di governo. Non abbiamo avuto coraggio e ci hanno preso in giro». E ora? Possibile che al Polo non resti altro che chiedere, un giorno sì e l'altro pure, «elezioni, elezioni», magari in un grande comizio romano proprio nella piazza dove Giorgio Almirante arringava i missini? «No, sennò la gente non ci capisce più: c'è troppa adrenalina in giro», risponde Broglia. Di tutt'altro avviso, Storace: «Ci vuole il voto, punto e basta - sottolinea - e lo dico anche contro i miei interessi: potrei pure non essere rieletto. Ma chi se ne frega, tanto un nome me lo sono già fatto». E' di nuovo Gasparri, ora, a parlare: «Alle urne - spiega tranquillo - prima o poi ci si andrà. Intanto facciamo un'opposizione dura. E comunque c'è il 23 aprile. Lo so che se sostengo queste cose voi giornalisti dite che An gioca contro Berlusconi, ma non è così. Semplicemente, noi abbiamo fatto una lunga marcia nel deserto, abbiamo maggior pazienza e puntiamo ad un obiettivo storico: la formazione di un grande centrodestra che non sia più un mero cartello elettorale. Un anno, del resto non è passato invano: dovremmo avere maggiore esperienza e una politica di più lungo respiro». Parla così Gasparri, ma lui ha fatto opposizione per una vita: farla ancora, anche per mesi, non lo mette a disagio. Per gente come Broglia, che pure non è una «colomba», è diverso: comizi, piazze, manifestazioni, mobilitazioni, opposizione, non era ciò che avevano in mente i forzitalisti il 27 marzo del 1994. Maria Teresa Meli L'idea è di Berlusconi sognando la rivincita Ma non tutti sono entusiasti. Storace: Basta con le nostalgie In via dell'Anima si studiano i sondaggi: l'ultimo dà al Polo senza Pannella e Buttiglione, il 49,5% Gerardo Bianco neo segretario (contestato) del partito popolare Manifestazioni di entusiasmo di Forza Italia e Alleanza nazionale all'indomani del voto di un anno fa

Luoghi citati: Ferrara, Roma