Columbro: un «Twist» dalla tv alla farsa di Osvaldo Guerrieri

Torna in teatro con Lauretta Masiero Torna in teatro con Lauretta Masiero Columbro: un «Twist» dalla tv alla farsa E' un giovanotto mamma-dipendente Accanto c'è una deliziosa D'Abbraccio TORINO. Se un uomo si rifugia in un cottage e da lì, con una telefonata falsamente contrita, dice alla moglie di essere trattenuto in un'altra città da un impegno di lavoro, vuol dire che gatta ci cova. «Cherchez la femme», si sarebbe commentato una volta. E c'è di mezzo proprio una donna nella scappatella di Roy, il protagonista di «Twist», la commedia di dive Exton all'Alfieri fino a domani (doppio spettacolo stasera e domani). Ma questa donna non è l'amante: è la madre di Roy, che il giovanotto incontra segretamente una volta all'anno, badando a non rivelarle mai di essersi sposato. Stavolta, però, le cose non vanno secondo tradizione. Roy trova il cottage occupato da Erica, la propria segretaria, che dice di fuggire dalla gelosia manesca del marito. Erica cerca pretesti per non andarsene e intanto squilla il campanello della porta... Exton ci presenta uno strano triangolo: lui, la mamma e colei che viene inevitabilmente spacciata per moglie. Ma è ovvio che la finzione non può fermarsi qui, ha bisogno di procedere, di correre verso uno sbaraglio non sappiamo quanto rimediabile. Ma come? Exton trova la molla dell'azione nelle menzogne di Roy. Il giovanotto ne è creatore inesauribile e catastrofico, poiché, invece di appianare le difficoltà, le complica. La situazione si fa inestricabile quando entrano in scena la vera moglie di Roy e il suo socio in affari arrivato per incontrare Erica, con la quale ha in corso una relazione. Apprendiamo inoltre che Columbro e la Masiero moglie e socio sono stati amanti e che la loro passione non si è del tutto spenta. Insomma, siamo nella farsa più vivida e bamboccesca, governata da una tecnica che a in Feydeau il modello. Ma Feydeau, con i suoi personaggi, faceva satira sociale. Qui, al contrario, non esistono personaggi ma stereotipi, che esclusi dai sentimenti devono accendere il caos. Niente di male, si capisce: ci sottoponiamo di buon grado al gioco assurdo di Exton, senza scandalizzarci troppo per quel titolo, «Twist», appiccicato alla fluida traduzione italiana di Antonia Brancati in assonanza con l'originale «Twixt», che vuol dire «incastrato» e allude al talento di Roy di rovinarsi con le sue stesse mani. Nell'elegante cottage disegnato da Alessandro Chiti, il regista Ennio Coltorti ha trattato la farsa badando alla fluidità dell'azione e regolando con ferreo geometrismo gli equilibri fra gli attori. Marco Columbro, sfuggito alle maglie televisive, ha ricuperato l'antico e molto più oscuro mestiere. E' un Roy agitatissimo, elastico, buffonesco: generoso fino a rendersi esausto. Accanto a lui una deliziosa Mariangela D'Abbraccio. Lauretta Masiero è impagabile nei panni della madre allibita e perplessa, cui si deve una delle più belle battute della serata: «Avrei tanto voluto che tu fossi diventato un tenero gay». Bravi Antonella Fabbrani e Pier Senarica. Pubblico folto e molto soddisfatto. Osvaldo Guerrieri Columbro e la Masiero

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