Tv-dinamite maneggiare con cura di C. Gra.
Turone all'Ad Turone all'Ad Tv-dinamite maneggiare con cura ~JC\ TORINO 4 I DANDO Alfred Nobel inI I ventò la dinamite, pensò 1 I che sarebbe stata utilisY I sima al progresso tecniV co. Poi ebbe la tragica sorpresa di vederla usare soprattutto come arma di morte». La tv è dinamite, ha detto ieri Sergio Turone al Teatro Alfieri, nella conferenza per i «Venerdì letterari» dell'Associazione culturale italiana (oggi sarà al Niccolini di Firenze, lunedì al Nuovo di Milano, martedì all'Eliseo di Roma, mercoledì all'Esedra di Bari). Il tema dell'incontro era «Comunicazione e corruzione politica nella democrazia videogenica» e Turone, docente alla facoltà di Scienze politiche di Teramo e recentissimo autore delle Lettere di Adam Smith al cavalier Berlusconi (Laterza), ha delineato un orizzonte non troppo rassicurante. La televisione può diventare catalizzatore di un'ampia partecipazione democratica, mentre la videocrazia, ha spiegato citando il saggio di Giovanni Sartori sull'ultimo numero di Micromega, «porta soltanto a un populismo plebiscitario che è tutto demagogia e niente democrazia». Il «futuro videocratico», cioè, «promette di essere un vortice vizioso di imbroglioni-imbrogliati». Fra una citazione di Karl Popper e una di Franco Modigliani, Turone (che è anche titolare della rubrica «Occhio al potere» su Avvenimenti) ha ricordato con ironia molti programmi della tv spazzatura, fatta di «serpenti, finte spericolatezze, squallide imitazioni di roulette russa. Ma dobbiamo stare in guardia contro la virtuosa deplorazione degli eccessi, che fa passare in seconda linea le ben più gravi scorrettezze della tv sedicente seria». «Spetta alla lungimiranza della politica - ha concluso il giornalista - impedire che la tv, nonostante tutto portatrice di una carica positiva fortissima come strumento di diffusione di informazione e di cultura, diventi matrice di regimi illiberali». [c. gra.]
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