Il Papa sfida il cinema hard

Wojtyla all'attacco: molti registi sbagliano quando distorcono la realtà, la morale va difesa Wojtyla all'attacco: molti registi sbagliano quando distorcono la realtà, la morale va difesa Il Pupa sfida il cinema hard «L'arte non sia solo violenza e sesso» CITTA' DEL VATICANO. Papa Wojtyla impugna microfono e bastone pastorale, e chiama alla crociata della celluloide. Il Pontefice più «mass mediatico» della storia della Chiesa ieri ha ricevuto i membri dell'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e ha approfittato dell'occasione per riversare sul cinema una raffica di severi giudizi, raccomandazioni e consigli: una «par condicio» rivendicata sulla base della morale cattolica. E soprattutto ha negato che la «libera espressione artistica» possa essere una giustificazione per i registi nel mettere in scena gesti e atteggiamenti immorali. «Sfortunatamente, tuttavia ha detto Giovanni Paolo II - alcune produzioni cinematografiche meritano critiche e disapprovazione, persino severe critiche e disapprovazione. Questo è il caso di quando le pellicole distorcono la verità, opprimono la genuina verità, o mostrano scene di sesso e violenza offensive per la dignità umana. E' un errore da parte dei registi comportarsi così nel nome della libera espressione artistica». Il Papa si pone dalla parte dei consumatori di cinema (e, naturalmente, di televisione, «telenovelas» comprese), che, al momento di calarsi nella poltrona, a casa o al cinema, abbassano in grande maggioranza le difese critiche. «La libertà - ha tuonato Papa Wojtyla - è un bene umano indivisibile; non può essere invocato per giustificare il male morale, o per assolvere un comportamento degradante, particolarmente considerando il modo acritico in cui la maggioranza delle persone accettano la potente e persuasiva influenza del cinema». Un «indice» dei film proibiti alla vigilia del terzo millennio? Giovanni Paolo II ha preferito toccare l'argomento «in positivo», più che nel suo lato repressivo, anche se in questi giorni è in atto in Italia una battaglia fra gli specialisti cattolici e gli ambienti dello spettacolo proprio sul tema della censura. «Incoraggiando e ri¬ conoscendo film che rinforzano e elevano lo spirito umano, e scoraggiando le produzioni che descrivono e sembrano quasi sancire la depravazione umana, la Chiesa non sta cercando di limitare la creatività, ma di liberare il talento creativo e di sfidarlo alla ricerca dei più alti ideali di questa forma artistica». Il Papa ha voluto poi indicare i binari sui quali dovrebbe scorrere la produzione cinematografica, ricordando che «la vera arte tratta della verità, della bontà e della bellezza. Il suo scopo deve essere quello di servire il benessere integrale e lo sviluppo di coloro verso i quali è diretta». Il Pontefice spera che le celebrazioni del primo secolo di cinema spingano «l'industria del cinema, a li- vello mondiale, a riflettere sulle sue potenzialità e ad assumersi le sue serie responsabilità». E ha rivendicato il diritto della Chiesa a ergersi a giudice ed esperta in tema: «La Chiesa, che è sempre stata una patrona di ciò che è migliore nell'arte e nella cultura, ha l'obbligo di promuovere la qualità morale di ciò che è forse quella più immediatemente influente di tutte le forme d'arte». E naturalmente, occhio alla televisione, dove bisogna «incoraggiare e guidare i professionisti cattolici, e aiutare la Chiesa ad assisterli in modo sempre più efficace». Della televisione, e del potere sulle giovani menti, si è occupato ieri anche «L'Osservatore Romano», trattando del delitto compiuto a Caltanissetta da Carmelo B. Egli ha ucciso il rivale e poi ai poliziotti ha detto «chiamate il mio legale». «Dove abbia sentito quest'espressione - scrive l'Osservatore - non è difficile immaginarlo. Si parla, purtroppo, della realtà di una società che viaggia sui binari delle parole d'ordine e dell'azione. La saggezza è insopportabile prudenza, la tolle-. ranza ignavia. L'unico riferimento, impersonale, sospeso nel tempo e nello spazio, è una scatola elettronica. Con lei il cervello non serve». Marco Tosatti Papa Giovanni Paolo II ha criticato severamente l'operato di alcuni registi. Accanto, un set cinematografico Un modello osé tra quelli in passerella, ieri, a Parigi

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Marco Tosatti Papa, Papa Wojtyla, Wojtyla

Luoghi citati: Caltanissetta, Citta' Del Vaticano, Italia, Parigi