Confalonieri: trattiamo

Si tenta di evitare i referendum: segnali di dialogo tra il presidente della Fininvest e D'Alema Si tenta di evitare i referendum: segnali di dialogo tra il presidente della Fininvest e D'Alema Confatomeli: trattiamo Sulle tv primo disgelo con ilpds ROMA. Il pds ha lanciato la sua proposta giovedì: i referendum Mammì potrebbero essere evitati, a patto di varare una legge per regolamentare il settore. E il giorno dopo Fedele Confalonieri non lascia cadere nel vuoto quel segnale. Il presidente della Fininvest avanza l'idea di un «tavolo di trattative» per affrontare i problemi dell'antitrust. Ma Silvio Berlusconi boccia l'ipotesi della Quercia: «I referendum - spiega il Cavaliere per me non sono importanti. Riguardano le tv da cui ormai mi sono staccato perché dal mese di novembre ho dato mandato irrevocabile alla Fininvest di venderle. Eppoi i sondaggi dicono chiaramente che gli italiani non sono dalla parte dell'odio e dell'invidia, ma dalla parte di chi apprezza la professionalità e la fatica alla base di questa impresa che fa televisione. E comunque chi vuole l'antitrust cerca di rinviare le elezioni, e di arrivarci nel modo migliore per consegnare il Paese alle sinistre». Il braccio destro del Berlusconi imprenditore sembra invece fiducioso, quanto l'altro è scettico: «Tutti - spiega - sembrano dare prova di ragionevolezza: Prodi, D'Alema, Veltroni. Lanciano messaggi per dire che non intendono distruggere le nostre aziende». E per facilitare la via dell'accordo, Confalonieri lascia intendere che il «Biscione» è di- sposto a cedere una rete. Anche se avverte: «Non temiamo il referendum e se ci si arriverà siamo disposti a batterci. La nostra è legittima difesa e per legittima difesa uno può al limite persino ammazzare e viene assolto». La diversità di toni tra il Cavaliere e Confalonieri, però, non deve stupire. Quello che parla, infatti, è il Berlusconi politico, che si sente già in campagna elettorale. Fino al 23 aprile non può essere certo lui a cercare, almeno ufficialmente, la trattativa. Ma in realtà i referendum fanno paura a tutti. Alla Fininvest, che rischia grosso, anche se i sondaggi sono dalla sua. E alla sinistra, che teme che il vo¬ to si trasformi in un plebiscito prò Berlusconi. Non è un caso, dunque, che Massimo D'Alema, dopo le dichiarazioni di Confalonieri, colga la palla al balzo per dire che «il ricorso alle urne, per la Mammì, si può anche evitare». L'insistenza del pds sulla possibilità di non indire i referendum ha pure un'altra chiave di lettura. La Quercia si rende conto - e la caduta libera della lira e l'andamento della Borsa dopo la fiducia sembrano esserne la conferma - che le elezioni non sono rinviabili più di tanto. E siccome - lo ammette lo stesso Franco Bassanini - «la manovra, sul piano elettorale, è costata al pds», la Quercia non è in grado di accollarsi da sola anche le pensioni e l'anticipo della finanziaria prima del voto. Ecco perché Botteghe Oscure offre una merce di scambio al Cavaliere. Evitare i referendum, approvare una legge antitrust non coercitiva, in cambio dell'appoggio del Polo ai due provvedimenti, che potrebbero essere onerosi in termini di consensi. Ma una trattativa così impostata - che prevede il voto per ottobre, come spiega il pidiessino Fabio Mussi - non soddisfa Berlusconi. «Io non dico elezioni a giugno, bensì subito», replica il Cavaliere. La strada indicata dal pds, in¬ vece, interessa certamente Lamberto Dini, che in questo modo potrebbe portare avanti il suo programma ed evitare di doversi dimettere - proprio lui, ex direttore generale di Bankitalia - senza aver varato provvedimenti incisivi sul piano economico-finanziario. Ma il Polo, per ora, è attestato sul no. Tranne i ccd che, complice un incontro con Scalfaro, propongono di aprire un tavolo per accordarsi sull'iter da seguire di qui alle elezioni. Elezioni che, secondo Mastella e Casini, potrebbero anche tenersi in ottobre. Pure questa proposta di mediazione, però, viene cassata dai loro alleati (mentre è ben ac¬ colta in casa pidiessina). Gianfranco Fini ne parla come di un espediente «per allungare i tempi». Persino il mediatore Tatarella è duro: «Il tavolo - dice senza prima la data delle elezioni, che deve essere giugno, è un imbroglio». Nessuna apertura: il centrodestra è in campagna elettorale. Affida al 23 aprile le ultime chances per ottenere le elezioni prima dell'estate: «Se vinciamo - avverte Fini - Scalfaro dovrà prenderne atto». Già, il 24, il Polo - questo è il convincimento di Berlusconi e soci - potrà trattare da posizioni di forza. Maria Teresa Meli Berlusconi: io non c'entro ho dato mandato di vendere «ili A sinistra: il segretario del pds Massimo D'Alema Qui accanto: Fedele Confalonieri presidente della Fininvest Sotto: Silvio Berlusconi

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