Un vaccino per bocca sconfiggerà l'ulcera di Marina Verna

Testato sui topi a Pisa: pronto tra 6 anni Testato sui topi a Pisa: pronto tra 6 anni Un vaccino per bocca sconfiggerà l'ulcera SIENA. Un vaccino per bocca contro l'ulcera: non è proprio dietro l'angolo - ci vorranno dai sei ai dieci anni perché arrivi sul mercato - ma è comunque per strada. Come annuncia un articolo della prestigiosa rivista scientifica Science, un gruppo di ricercatori della Biocine di Siena, coordinato dai biologi molecolari Rino Rappuoli e Paolo Ghiara, è riuscito a immunizzare alcuni topi, «costruiti» appositamente come modello dell'infezione e della malattia, un'impresa che si tentava invano da quindici anni. Il punto di partenza è stata la scoperta, sicuramente una delle più importanti degli ultimi dieci anni, che l'ulcera peptica e la gastrite non sono tanto figlie dello stress, quanto di un batterio, Helicobacter pylori, che infetta cronicamente la mucosa gastro-intestinale e si trasmette da individuo a individuo in modo ancora poco chiaro. La controprova di questa teoria è che la percentuale degli infetti, che nel mondo occidentale è calcolata intorno al 50 per cento della popolazione, sale fino al 90 per cento nei Paesi del Terzo Mondo. «La scoperta del batterio spiega il dottor Rappuoli - ha rivoluzionato il modo di pensare le malattie gastriche e quindi la terapia: dal trattamento dei sintomi con farmaci anti-secretivi all'eliminazione del batterio con antibiotici. Ma questi, benché efficaci nel breve termine, presentano, come sempre, il grosso svantaggio di indurre l'insorgenza di ceppi resistenti. In pratica ciò significa che dopo qualche tempo l'antibiotico perde di efficacia. «Di qui l'idea di risolvere il problema alla radice, con un vaccino: se esso ha sempre funzionato nelle malattie infettive, perché non cercarlo anche per l'ulcera?». Il batterio Helicobacter non è una scoperta nuova, perché già un secolo fa era stato isolato e studiato all'Università di Torino dall'istologo Giuliano Bizzozero, che però non l'aveva associato all'ulcera. Il legame è frutto di ricerche assai più recenti, condotte in Australia dal professor Barry Marshall e poi sfociate nel riconoscimento internazionale, un anno fa, che Helicobacter pylori è la causa principale delle ulcere gastriche e che l'infezione è associata a un aumentato rischio di tumori dello stomaco. Recentemente l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il batterio tra le sostanze cancerogene di prima classe, riconoscendo così che esso è un fattore necessario per l'insorgere del tumore dello stomaco, secondo per frequenza nel mondo occidentale. Nei laboratori della Biocine - che è specializzata in vaccini - la ricerca del vaccino è partita dallo studio dei meccanismi molecolari attraverso i quali il batterio causa l'infezione, cercando di individuare le molecole che potrebbero diventare bersaglio del vaccino. «La prima cosa che ci ha colpiti - spiega ancora Rino Rappuoli - è che soltanto una bassa percentuale di pazienti infetti sviluppa l'ulcera peptica o la gastrite cronica. Costoro, abbiamo poi scoperto, vengono infettati da un sottotipo del batterio, che produce una potente tossina, chiamata VacA, che è la causa diretta del danno gastrico. Nel nostro modello animale le ulcere nello stomaco sono infatti provocate dalla VacA: è questa, dunque, la molecola su cui lavorare per sviluppare il vaccino». Se questo ha tempi lunghi, è invece più vicino un test diagnostico alternativo alla gastroscopia, per il quale potrà bastare un prelievo del sangue. Associata alla tossina c'è infatti una proteina, chiamata CagA, contro la quale l'organismo produce anticorpi. E sarà proprio la presenza di questi anticorpi nel sangue a far riconoscere i pazienti a rischio di ulcera e tumore. Marina Verna

Persone citate: Barry Marshall, Giuliano Bizzozero, Paolo Ghiara, Rappuoli, Rino Rappuoli

Luoghi citati: Australia, Pisa, Siena