«Sì, abbiamo contattato i boss della Magliana»
«Sì, abbiamo contattato i boss della Magliana» Omicidio Pecorelli: gli agenti del Sisde confessano «Sì, abbiamo contattato i boss della Magliana» ROMA. Nel carcere militare di Forte Boccea, al terzo giorno di detenzione, i due funzionari del Sisde arrestati per false dichiarazioni nell'inchiesta sull'omicidio Pecorelli hanno ammesso gli incontri con i boss della «banda della Magliana», dando le loro giustificazioni. Davanti al pm di Perugia, Fausto Cardella, il capo reparto del servizio segreto civile Mario Fabbri e il direttore di divisione Giancarlo Paoletti hanno spiegato che effettivamente incontrarono i malavitosi romani Danilo Abbruciati, Enrico De Pedis e Ettore Maragnoli, sia in carcere che fuori, ma solo per «fini istituzionali», per informazioni utili alle indagini, specie sulla destra eversiva. Sono storie di dieci anni fa, e i due 007 hanno spiegato di aver negato quegli incontri per non averne conservato particolare memoria o perché, come ha riferito Paoletti, il suo «contatto» non si rivelò fruttuoso e quindi venne abbandonato. Paoletti vide Abbruciati in carcere per chiedergli - dice lui - notizie sull'estremista nero Massimo Carminati (indicato ora come uno dei killer di Pecorelli) il 9 aprile '82, poche ore prima della sua scarcerazione. Due settimane dopo, Abbruciati morì nell'agguato che lui stesso aveva teso al vicepresidente del Banco Ambrosiano, Roberto Rosone. Anche Fabbri ha ammesso di aver incontrato Abbruciati in altre occasioni per motivi legati alle sue indagini, ma ha spiegato che per lui il boss era solo un malavitoso di piccolo calibro, e che in precedenza ha negato gli appuntamenti perché non aveva avuto i riferimenti necessari a sollecitargli ricordi. Oggi i due funzionari saranno interogati dal gip che ne ha ordinato l'arresto, e che dovrà pronunciarsi sulle istanze di scarcerazione, [r. r.l
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