«Non farò il presidente della Regione Piemonte» di M. Tr.
«Non farò il presidente della Regione Piemonte» Costa: voglio continuare il mio impegno politico «Non farò il presidente della Regione Piemonte» TORINO. Raffaele Costa non sarà il candidato del Polo delle Libertà alla presidenza della Regione Piemonte. Il no è arrivato ieri pomeriggio a Montecitorio in una pausa durante il voto di fiducia sul governo Dini. Dopo quindici giorni di tormenti di «stop and go» improvvisi l'ex ministro ha spiegato ai proconsoli piemontesi del Polo (l'azzurro Ghigo, Martinat di An, Viotti per i Ccd e Gubetti per i federalisti) la sua intenzione di «continuare a far politica in modo attivo». «Il mio no - spiega poi al telefono - parte dalla constatazione delle difficoltà a cui andrei incontro. Sarebbe molto difficile dividermi tra amministrazione regionale e impegno politico. Il mio desiderio è continuare a fare il parlamentare per la mia terra. Non ho nessuna ambizione ministeriale ma voglio fare politica con l'Udc». Già, l'Unione di Centro, la «creatura» di Costa e di Biondi «ci sono difficoltà spiega l'ex ministro - ma stiamo crescendo, non posso abbandonare adesso il movimento per candidarmi alle Regionali. Certo forse avrei avuto anche le ricette giuste per il Piemonte: lotta alla burocrazia, snellimento dell'apparato e via dicendo ma in questo momento penso che il mio posto sia qui alla guida di questo movimento liberale. Anche un sondaggio tra i cittadini della mia terra mi ha confortato in questa scelta tormentata». Insomma l'«amichevole insistenza» degli alleati (come l'ha definita) Costa non ha dato frutti. Un rapporto incrinato? «No - replica Costa - sono fedele. Il Polo, però, ha il dovere di darsi una registrata. Servono battaglie su problemi reali, meno richieste di elezioni anticipate, meno richiami al 27 marzo. Il pragmatismo berlusconiano va fatto su temi concreti». [m. tr.]
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