«Jerry White», la vendetta «lo, il democristiano doc» di Massimo Gramellini

«Jerry White», la vendetta «lo, il democristiano doc» IL NUOVO CAPO «Jerry White», la vendetta «lo, il democristiano doc» ALL'ora del vespro e della verità, la sala dell'Ergife sembra una parrocchia e il presidente Giovanni Bianchi il capobranco Akela, come si chiama in catto-gergo la guida dei piccoli boy-scouts: l'assemblea dei popolari postbuttiglionici è in piedi e scandisce l'Eterno Riposo. Da una delle ultime file, un uomo stropicciato si alza per accodarsi al coro salmodiante con un biascichio sommesso. Nel frattempo non smette di grattarsi il polpaccio fra il calzino depresso e il pantalone. E' Gerardo Bianco, Jerry White: finita la preghiera, lo eleggeranno segretario. Lo citano in inglese, i suoi amici, forse per sfotterlo, o per dargli una patina commerciabiln che il nostro uomo, peraltro, non desidera. Lo chiamano in inglese, ma lo baciano alla meridionale: le mani intorno a! collo e due «smack» sulle guance; ogni volta Jerry riemerge con la cravatta storta e gli occhialoni sbilenchi. «Tienili diritti, che c'è la tv». La tv. Sai che gliene frega a Jerry della tv; e di Berlusconi, Prodi, l'Ulivo, la Seconda Repubblica... «Io sono un democristiano, lo scriva per favore», e davanti alle telecamere con gli occhi fa di tutto: li strabuzza, li strizza, li aprechiude a pingpong, qualunque cosa tranne che tenerli fermi e sorridere come Silvio insegna. «Io questa politica nuova non la sopporto. Non sono ancora segretario e già mi chiedono: stai con Prodi o con Berlusconi? Come se fossero due idee fra cui scegliere, e non due uomini. Ma la Costituzione non prevede l'elezione diretta del leader. E io mi attengo alla Costituzione, finché non mi cambiano anche quella». Gli hanno cambiato tutto, povero Jerry. La sua vecchia Democrazia Cristiana, dove lui era il capo carismatico dei peones, ai tempi della segreteria De Mita. «Che duelli, con Ciriaco» e il ricordo dei reciproci sgambetti in fondo lo commuove. Si conobbero alla Cattolica di Milano e pare che Bianco prendesse i voti più alti. Commento di De Mita: «Come sempre, il primo della classe non è mai il primo della vita». Carinerie fra irpini: apparentemente indolenti, ma pronti a scattare sulla preda come serpenti. «Gerardo mi ricorda Platini - gorgheggia un vecchio "peone" amico suo -. Tutti corrono dietro la palla e lui è già in area, smarcato». A proposito, dove sta andando, adesso? Cammina senza staccare le scarpe da terra, incassato e compatto come una tartaruga. Va a bisbigliare due parole a Marini, il segretario- ombra che gli getta addosso un sorriso da proprietario. Ma Jerry White fa finta di non accorgersene. Si asciuga con un fazzolettone la fronte sudata, che non ha bisogno di tre ore di cerone per sembrare quello che è: una faccia perbene. Faccia da professore di ginnasio che non fa mai domande difficili, ma ti lascia intendere che conosce le risposte. Tutte. Come quella volta che si arrabbiò con il cardinale Pappalardo per l'invettiva in latino contro la mafia. Non si arrabbiò per l'invettiva, ovvio. Ma per il latino. «Il Cardinale esordì: "Come dice Tacito". Balzai in piedi con le lacrime agli occhi: non era Tacito, ma Tito Livio...». Minuzie, in fondo, forse a Berlusconi non farebbero tutto questo effetto. Ma Jerry White è così. Con la camicia frastagliata, il linguaggio emolliente e l'occhiale che sta di nuovo pre- cipitandogli sul naso. Se c'è una frase che rivela ogni uomo, la sua Gerardo Bianco la pronuncia sottovoce un attimo dopo essere stato eletto, alzandosi trafelato dalla sedia: «Cacciare Buttiglione? Ma come si fa?». Una sorta di impotenza gaudiosa, che sarà la sua corazza in questi mesi di reggenza del partito più inestricabile del mondo. La formula, accompagnata da una scrollatina delle due mani congiunte, viene ripetuta dopo ogni domanda appuntita: «Allearsi con il pds? Ma come si fa?». E ricorda la sua battaglia del 1979 contro il compromesso storico. «D'altronde: andare col Polo, ma come si fa?». E allora al centro, democristianamente, evitando di finire come Buttigliene, «impigliato in una ragnatela». Al centro con i voti della sinistra e di De Mita. Segretario Bianco, ma come si fa? «Si fa, si fa. Per me è un onore. Il segno che siamo uniti da un valore comune, che trova nel nostro simbolo la sua...» e le parole si perdono fra i rumori della sala, rassicuranti come quelle medicine odiose che dopo certe indigestioni sembrano persino buone. Massimo Gramellini Parola d'ordine «Ma come si fa? Come si può allearsi col Polo o il pds?» Faccia da professore che non fa mai domande difficili ma sa le risposte

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