Castro, dal Che a Cardin di Igor Man
Castro, dal Che a Cardin Parigi, il «lider màximo» a cena con lo stilista che produce sigari Avana Castro, dal Che a Cardin Le ULTIMA «grande barba» del marxismo-leninismo torna alle origini. A Peter Pan, all'infantilismo della memoria, specifica malattia del secolo che declina. Quando il mondo diventa un inferno, allorché l'Utopia muore d'infarto occorre fermarsi sull'orlo del vulcano e accettare le «regole». (Per sopravvivere). A Parigi, iersera, Fidel Castro ha cenato con Pierre Cardin. Caviale, soupe à l'oignon, eccetera. Lo stilista (si dice così?) ha l'esclusiva della speciale foglia di tabacco cubano col quale s'arrotolano sigari Maxim's, invero prelibati. Sinora, ci informa l'Ansa, Cardin ha venduto qualcosa come tre milioni di quegli inimi- tabili avana. I due hanno parlato di sigari. Ma anche di quand'erano giovani. Insomma, per dirla con James M. Barrie, teorizzatore della tragedia di Peter Pan, hanno «guardato indietro». Comandante, lei è comunista, sì o no?, gii chiesi all'Avana, nell'inverno del 1961. In quel tempo Fidel arrivava, ogni sera, nelle cucine dell'Hilton (ribattezzato Habana Libre) e piluccando nelle pentole parlava coi giornalisti. Aveva scoperto il caviale, lo mangiava con tutto. Ingordamente. Asciugandosi la barba, allora nerissima, con le mani per poi nettarle sulla divisa, rispose: «Noi non siamo né comunisti né anticomunisti. Siamo humanisti». Qualche giorno dopo riferii quella risposta al Che, per provocarlo, e lui scosse la testa. Sconsolato. Guevara era un comunista autentico, implacabile sacerdote di quell'Utopia sul cui altare avrebbe sacrificato la sua giovine vita. Quand'erano sulla Sierra Maestra, il Che indottrinava i campesinos, Fidel riceveva i giornalisti americani; invece del Capitale di Marx leggeva Kaputt di Malaparte. Era stato educato dai Gesuiti, Fidel, non ha mai rinunciato alla cura delle unghie, quando ce n'era gli piaceva profumarsi la barba con l'acqua di colonia Coty. Ma allora la strada sembrava tutta in discesa, a Cuba. L'acqua di colonia francese è scomparsa oramai da trent'anni, all'Avana si va in bicicletta ma è peggio che in Cina. Nella sua napolinità caraibica, Fidel non può abiurare Marx - non sarebbe generoso, non sarebbe elegante: per lui -, sicché la perestrojka del lider maximo ha strumenti diversi da quelli di Gorbaciov. L'abito blu («per non imbarazzare la Regina»), la cravatta, caviale e soupe à l'oignon con Pierre Cardin. A ciascuno il suo. Igor Man SERVIZI A PAG. 17
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