Equilibri sottosopra

Equilibri sottosopra Equilibri sottosopra Processo alla Haven: quanto ha inquinato il mare? FATICOSAMENTE, lentamente il processo per l'affondamento della superpetroliera cipriota Haven va avanti; oggi è in calendario una nuova udienza (appena la quarta, benché il dibattimento sia cominciato ai primi di dicembre) nel corso della quale dovrebbe essere nominato un collegio di tre periti che dovranno collaborare a stabilire la causa dell'affondamento. Evidentemente gli enormi interessi connessi alla vicenda costituiscono una zavorra che frena il dibattimento; il processo deve innanzitutto stabilire che cosa ha causato lo scoppio a bordo che è stato all'origine del disastro ecologico. Gli imputati sono gli armatori Ioannu, padre e figlio, secondo i quali tutto è dipeso da una negligenza di qualche membro dell'equipaggio mentre negano che si sia trattato di cattiva manutenzione della nave. A parte i cinque morti a bordo al momento dell'esplosione, l'I 1 aprile del '91, i giudici devono decidere sul risarcimento del danno, econo- i //CERVELLO Giochi di numeri Provate a trovare i tre numeri la cui somma è uguale al loro prodotto. Altra sfida: trovate i numeri che sono uguali alla somma delle cifre dei loro rispettivi cubi. Ad esempio, 17: 17' = 4913 e 4 + 9 + 1+3 = 17. A parte il numero 1 esistono altre quattro soluzioni. Le risposte domani, accanto alle previsioni del tempo. mico ed ecologico, che è difficilmerte valutabile. La Haven aveva a bordo 144 mila tonnellate di «Iranian Heavy», un greggio tra i più pesanti e viscosi, e 3500 tonnellate di combustibile per i motori. Dopo l'esplosione, avvenuta a poche miglia dal terminale petroli di Genova, una parte del greggio bruciò durante i tre giorni in cui durò l'agonia della nave, ma una grossa parte si riversò sulle spiagge del Ponente ligure, da Arenzano a Diano Marina. «Almeno 40-60 mila tonnellate sono rimaste in acqua - sostiene Paolo Drei, biologo, già consulente della Regione Liguria e oggi perito del Wwf -, L'incendio bruciò integralmente solo alcune porzioni fra le più leggere del petrolio. La colonna nera che si alzava dalla nave era, per gran parte, composta da coke e idrocarburi in fase gassosa ma non combusti o parzialmente combusti, quindi da un punto di vista biologico anche più pericolosi poiché in alcuni casi più reattivi; una parte è poi ricaduta in terra o in mare». A quattro anni di distanza, secondo gli ambientalisti, i residui si sono depositati sul fondo e continuano a scivolare lungo i pendii concentrandosi negli avvallamenti e nelle fosse. Quali possono essere stati e quali potranno ancora essere gli effetti di tutto questo sull'ambiente marino? «Gli idrocarburi - dice Drei - oscurano i siti recettori delle molecole biologiche informazionali, come enzimi e ormoni, cioè interrompono o distorcono la comunicazione fra gli organismi unicellulari e fra questi e l'ambiente». Questo ha varie conseguenze, per esempio sulla riproduzione di tali organismi; le mute di alcuni crostacei in età giovanile sono completamente sconvolte; si è notata anche la estroflessione dei polipi dei coralli. Effetti dannosi si hanno anche sulle prateria di alghe, che si riprendono molto lentamente. «Fra le specie intaccate in modo definitivo ci sono i crostacei LA PAROLA Al LETTO Effetti dannosi su praterie di alghe, muta dei crostacei e polipi dei coralli Le perizie del Wwf che, pur essendo solo il 23 per cento del pescato, corrispondono al 72 per cento del suo valore» afferma un ambientalista, il quale sostiene che ormai i pescatori evitano certe zone. Come si vede, non sono effetti vistosi; in compenso sono di lungo periodo e per alcuni aspetti ancora poco noti. E' anche per questo che sulla questione del risarcimento le valutazioni sono molto contrastanti. Per il naufragio della Exxon sulle coste dell'Alasca, la Esso fu condannata a pagare quattro miliardi di dollari, oltre ai due già versati. «1750 milioni di lire RI

Persone citate: Heavy, Paolo Drei

Luoghi citati: Arenzano, Diano Marina, Genova, Liguria