I dirigibili del 2000

I dirigibili del 2000 I dirigibili del 2000 Saranno presentati oggi a Trento DATO per morto dopo la seconda guerra mondiale, il dirigibile riappare oggi, rinnovato in ogni sua parte, quasi a rivendicare un suo posto al sole, modesto ma conveniente. Perché tanto interessamento per il lento, ingombrante dirigibile, di fronte alla straripante invadenza dell'aeroplano? Il fatto è che qualcosa di buono ce l'ha. Non consuma carburante per sostenersi in aria: ci pensa il gas. In quanto all'energia, ne ha bisogno solo per spostarsi, ma in misura di gran lunga inferiore all'aeroplano. A conti fatti, è un mezzo di trasporto conveniente. Lo ha confermato nientemeno che la Banca Mondiale. Questa ha condotto un accurato studio, tecnico, costruttivo, economico e commerciale, sull'impiego del dirigibile in Africa e nell'America Latina. In un suo voluminoso rapporto ha concluso che il dirigibile, in quelle zone, è economicamente conveniente. Il dirigibile è stato per lungo tempo un nostalgico ricordo del passato, sino all'avvento di un fatto nuovo: l'apparizione al Salone Aerospaziale di Parigi del 1983 di un dirigibile innovativo, l'Airship 500, della inglese Airship Industries, di 5131 metri cubi. Era «tutto plastica», dall'involucro alla cabina; questa la grande novità. Di metallico vi era solo il motorp. Destò subito l'attenzione delie autorità militari. Perché mai? La plastica non dovrebbe riflettere le onde radar, quindi il dirigibile non può essere visto dal nemico, mentre esso può vederlo. E la Marina degli Stati Uniti ordinò alla Airship Industries il Sentinel 5000, da 50.000 metri cubi, un mese di autonomia, da osservazione e sorveglianza marittima. In Italia era già sorta nel 1978 la «Commissione del Dirigibile», con sede al Museo Aeronautico Caproni di Roma. Ente senza fini di lucro per lo studio del dirigibile in tutti i suoi aspetti, tecnici, economici, costruttivi, di impiego. Dopo anni di lavoro la commissione elaborò le specifiche per il dirigibile moderno. Ne elenchiamo alcune: idoneità al volo in alta quota, per superare catene montane; sostentazione aerodinamica in aggiunta a quella statica del gas; attacco diretto della navicella all'involucro, senza l'ausilio della catenaria interna di funi del dirigibile classico; adozione del sistema Forlanini per la manovrabilità totale e autonoma, anche a terra, senza l'ausilio di uomini e macchine. La Commissione ottenne dall'Alenia una borsa di studio per una tesi di laurea sul dirigibile. Questa fu discussa nel Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale dell'Università «La Sapienza» di Roma nell'anno 1993 da Domenico Fodaro. Le specifiche della Commissione vennero da lui recepite, e genialmente sviluppate in un dirigibile da alta quota, sino a 10.000 metri, con eccezionali caratteristiche. Anche il Politecnico di Milano ha pensato al dirigibile con una tesi di laurea che sarà discussa nella prossima estate, dal laureando Albert Fior, relatore Carlo Caprile. Il giovane usufruisce di una borsa di studio concessa da una appassionata cultrice del dirigibile, Laura Dal Fabbro, il cui padre aveva collaborato con Forlanini nella ideazione dei dirigibili. La Germania ha presentato un dirigibile innovativo, da 7000 metri cubi, di tipo semirigido, ossia di scuola italiana, in deroga alla tradizione del tipo rigido, del quale la Germania è caposcuola. L'Inghilterra ha costruito due piccoli dirigibili sperimentali. In Italia, l'Università «La Sapienza» di Roma, l'Università di Trento e il Museo Aeronautico Caproni hanno organizzato in questi giorni (14, 15 e 16 marzo) a Trento un Congresso internazionale sul dirigibile moderno. Tema: «Technologies and capabilities of new dirigibles». Saranno presentati il nuovo dirigibile tedesco Zeppelin NT e due dirigibili inglesi, uno gonfiato con aria calda, e uno mosso da energia solare. Nuovi materiali e nuove tecnologie danno al dirigibile moderno rendimenti del 20 per cento superiori a quelli del passato. Tullio Filtri

Persone citate: Albert Fior, Carlo Caprile, Domenico Fodaro, Laura Dal Fabbro, Tullio Filtri