Costante, e come!

Costante, e come! Costante, e come! Così la gravità deluse Dirac sarebbe risultata assai minore. Cioè, la costante gravitazionale di Newton «G» decrescerebbe via via che l'universo invecchia. Teller, noto per aver ideato la Bomba H, prese sul serio l'idea di Dirac e portò il ragionamento un passo più avanti. Se G era più grande nel passato, una stella come il Sole, onde compensare per la maggior tendenza ad implodere, avrebbe dovuto contrapporre una maggior pressione dall'interno, il che significa una maggior temperatura al suo centro. Ma poiché il ritmo delle reazioni nucleari nelle stelle dipende in modo estremamente sensibile dalla temperatura, l'idrogeno solare si sarebbe consumato molto più in fretta. Oggi il Sole dovrebbe essere una gigante rossa, ma non lo è. Ergo, Dirac ha torto. Nel 1974, invitai Dirac a New York e lì cominciò una collaborazione che durò fino alla sua morte, il 20 ottobre 1984. Prima di tutto, si studiò a fondo il lavoro di Teller e si scoprì che mentre il ragionamento era qualitativamente corretto, non lo era quantitativamente. Il Sole non deve affatto essere una gigante rossa. Dimostrammo altresì che l'idea di Dirac (una nuova cosmologia, se volete) non contraddiceva alcun dato astrofisico, geologico o cosmologico. Dimostrammo, cioè, che l'idea di Dirac era perfettamen¬ te compatibile con quanto conosciamo. Tutto ciò non implicava però che l'idea fosse necessaria. Per questo, occorreva un ulteriore test, quello definitivo. Nel 1976, la sonda americana Viking arrivò su Marte permettendo quindi tutta una serie di precisissime misure sul tempo impiegato da un'onda radio per percorrere la distanza Terra-Marte. Se la gravità cambiasse nel tempo, anche il tempo impiegato dai fotoni per andare e tornare dovrebbe cambiare. In collaborazione con amici del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena analizzammo 7 anni di dati. Il risultato? G non mostrò alcuna variazione nel tempo. Grande delusione mia e di Dirac, il quale, pur accettando il verdetto, rimase fermamente convinto della bellezza, semplicità e quindi diceva lui, correttezza dell'idea originale. Questa vicenda è ora raccontata nell'ultimo libro dell'astrofisico Paul Davies, «About Time», appena uscito negli Stati Uniti (per inciso, a Davis è stato assegnato qualche giorno fa un premio di un milione di dollari come riconoscimento della sua carriera scientifica). Ma cosa vuol dire una varia- IL 18-19 MARZO zione nel tempo di G? Alcuni hanno sostenuto che tale variazione contraddice le equazioni di Einstein. Falso. Infatti, in natura esistono due tipi di orologi: quelli gravitazionali, come il moto della Terra attorno al Sole, della Luna attorno alla Terra e così via, orologi che furono usati dall'umanità dagli albori fino alla metà di questo secolo. Orologi che non hanno nulla a

Luoghi citati: New York, Pasadena, Stati Uniti