Incontro con il celebre autore dei testi, che ora insegna alla nipote del grande Lucio

Incontro con il celebre autore dei testi, che ora insegna alla nipote del grande Lucio Incontro con il celebre autore dei testi, che ora insegna alla nipote del grande Lucio PERUGIA DAL NOSTRO INVATO Scocca l'ora televisiva anche per il grande padre Mogol. A maggio, Raidue renderà omaggio al genio che inventò «Tu chiamale se vuoi emozioni», l'uomo che con la sublimazione della quotidianità rese immortali le musiche di Battisti. L'omaggio sarà accompagnato da altre due prime serate tv nelle quali canteranno i 14 finalisti scelti fra i 60 allievi del Cet, la scuola di musica nella quale Giulio Rapetti in arte Mogol ha investito i guadagni di una vita. Potrebbe essere una sorta di antiSanremo. Con un'ulteriore sorpresa. Fra questi allievi, svetta la cantautrice non ancora ventenne Leda Battisti, nipote del leggendario Lucio. In una canzone fascinosa che abbiamo ascoltato per caso, «L'altalena», esibisce una voce sensualissima. . Nella sua casa di Avigliano fra le bellissime colline umbre dove si è trasferito, abbandonando per sempre Milano, Mogol vive giorni febbrili. Segue personalmente il progetto televisivo ma anche gli allievi del Cet e i lavori del megacomplesso da 10 miliardi che sta nascendo fra i boschi: un college rispettoso del paesaggio, con 30 posti letto, nel quale da settembre si trasferirà la scuola di musica per ora distaccata in tre sedi. Una scuola di vita, la definisce Mogol: i suoi corsi propedeutici sull'essere e sull'autostima hanno avuto un tal successo fra gli allievi, che già si parla di destinarli anche a chi non si occupa di musica. Ci sono state le prime visite illustri, da quella di Antonio Di Pietro all'altra di Bergen Peck, incaricato dall'ex Beatle Paul McCartney di fondare un analogo centro in Liverpool. Che cosa le ha detto l'inviato di Paul McCartney? «E' rimasto impressionato e ha detto che dobbiamo collaborare. Mi ha poi scritto ringraziandomi, e ipotizzando una concorrenza fra noi per la leadership nella formazione artistica in Europa». Quale sarebbe il segreto di questa leadership? «Recepire le cose che sono nell'aria, anticiparle». E lei che cosa sente nell'aria? «Polline nuovo. E' un periodo di grande preludio. Tutti sono a terra e sentono che c'è qualcosa che nessuno ci può dare e che deve venire solo da noi. Ci sfugge il senso della vita perché siamo confusi e angosciati e invece bisogna imparare a dipendere dalla propria autostima. Questo tento di insegnare, imparando a mia volta». Che testi nascono agli allievi? «Più ruvidi, più stretti, meno lisciati. La poesia può nascere da contrasti, da parole non dette». Il Festival di Sanremo ha seguito questa tendenza? «Non l'ho visto ma non per snobberia. Non lo vidi neanche nel '61, quando vinsi con "Al di là": ero in viaggio di nozze in Spagna. Anche durante i saggi degli allievi sto in corridoio. Misura antitensione». Qual è l'ultimo testo che ha scritto? «Su musica di Lavezzi, c'è un uomo che confessa la sua fragilità, la sua fatica a tener su tutto. Prima di comporre ascolto la musica, anche con Battisti era sempre così». Si dice che Battisti abbia piantato l'autore Pasquale Panella. L'ultimo loro disco ha venduto pochissimo... «Potenzialmente, Lucio resta un grandissimo artista. Il problema delle vendite è legato alla produzione di questo momento: forse ha bisogno di un certo tipo di stimoli che non ha o non vuole avere». State per caso rimettendovi insieme? «Non escludo che in futuro possa accadere. Ci hanno messo davanti degli assegni in bianco purché ri¬ prendessimo la collaborazione. Questo con noi non attacca, un discorso futuro potrebbe eventualmente nascere soltanto sulle basi di un recupero della stima reciproca, e questo accadrà». Le è piaciuta Giorgia, la vincitrice di Sanremo? «E' tecnicamente capace. Ma la voce è come il vino. Migliorerà». E Leda Battisti, la nipote del Leggendario? «E' presto per parlarne. Però ha una sensualità immediata, che si ribalta su chi ascolta». Come sarà lo show tv dei suoi allievi? «Sarà uno spettacolo per gli appassionati di musica, non possiamo né vogliamo competere con Sanremo. Ci sono accordi per una compilation con tre major discografiche». Certo non tutti possono avere un testimonial come Antonio Di Pietro: quando è venuto al Cet, le avrà confessato quale sua canzone ama cantare. «Non parlo di questo. Piuttosto, mi ha fatto onore essere il tramite della sua donazione: gli avevo chiesto di dare il calcio d'avvio ad una partita destinata a raccogliere fondi per alcuni macchinari utili al Pio Albergo Trivulzio dov'è ricoverato mio padre, e lui mi ha risposto semplicemente: "Non c'è bisogno che fai la partita. Gli darò ió i 40 milioni del Freedom Prize"». Marinella Venegoni «Tornare insieme? Ci hanno offerto assegni in bianco ma serve la stima» A sinistra, Lucio Battisti ai tempi dei suoi successi A destra il suo paroliere «storico», Giulio Rapetti, in arte Mogol: oggi è anche un «allenatore» di nuovi talenti Sotto, a destra Bruce Springsteen

Luoghi citati: Avigliano, Bergen, Europa, Liverpool, Milano, Perugia, Sanremo, Spagna