Il mito dei «reds» di P. B.

Il mito dei «reds» Il mito dei «reds» Grobbelaar col Liverpool vinse tre coppe Campioni Era il portiere del Liverpool, nell'84, quando all'Olimpico la Roma perse la coppa Campioni. E l'anno dopo, quando nell'inferno di Bruxelles la Juve trovò il più amaro dei trofei. «Lascerò il calcio - disse Bruce Grobbelaar, il giorno dopo quella tragedia - all'Heysel ho visto scene indimenticabili. E non potrò mai più divertirmi». Gli credettero tutti. Per un momento, il personaggio sembrava trasformato, colpito da improvvisa umanità. Un'illusione. Grobbelaar il «moralista», ora ha toccato il fondo, è finito nella vergogna. Destino maledetto, per i portieri inglesi. Prima di lui, era successo a Peter Shilton, erede del leggendario Gordon Banks e primatista in nazionale con 125 presenze, fare i conti con Scotland Yard: rovinato, a 44 anni, da debiti, donne e cavalli. Grobbelaar nasconde, dietro quei baffi da capitano di ventura, una storia da «globetrotter» internazionale. Nato a Durban, in Sud Africa, cresciuto in Canada, nazionale dello Zimbabwe. A 17 anni, Bruce va a fare il militare tra i mercenari dell'esercito rhodesiano; ammazza per sopravvivere e mangia insetti, mentre dà la caccia ai terroristi nella boscaglia. Dopo quell'esperienza, il resto della vita deve essergli sembrato simpaticamente in discesa. E l'ha affrontata (quasi) sempre ridendo. Grobbelaar diventa portiere del Liverpool, che in quel momento domina le scene europee, nel 1981, a 24 anni. Lascerà i «reeds» (con 13 vittorie, tra le quali 3 coppe Campioni) soltanto nell'estate '94, per andare al Southampton. Erede di un mito come Ray Clemence, diventa uno dei più grandi numeri uno d'Inghilterra. Ed anche il più originale. Un saltimbanco. Ricco di classe quanto di eccessi. I tifosi gli danno un soprannome: il clown. Joe Fagan, il suo primo allenatore, non lo sopporta: «E' pazzo. Ogni volta in spogliatoio prende due palloni e si diverte a sgonfiarli, poi ride a crepapelle, come un pagliaccio. Non si concentra, non dà fiducia ai compagni». I tifosi, all'inizio, gli tirano le monetine, da uno 0 due penny. E lui, strafottente: «Che bello, ne faccio collezione. Raccolgo sei sterline ogni anno». Ha due idoli, Woody Alien e Jerry Lewis. E tra una follia e l'altra, anche Grobbelaar diventa un idolo. Una stella di Anfield Road, acclamata, al di sopra di ogni sospetto. E le sue prestazioni, fino al periodo «incriminato», sono tutte di eccellente livello. Tra i giocatori coinvolti (indirettamente) dallo scandalo inglese troviamo un altro personaggio pittoresco. E' John Fashanu, 32 anni, attaccante del Wimbledon. Per ora è finita in carcere la sua fidanzata, Melissa Kassimatis. Fashanu non ha in repertorio eccezionali imprese sportive, ma è diventato ugualmente popolare ai tifosi italiani, da quando lo ha preso di mira la satira feroce della Gialappa's Band. Il gruppo dissacrante che mette in evidenza ogni settimana le sfaccettature ridicole del calcio, ha chiamato per un anno intero «mitico» il coloured del Wimbledon, immortalandolo in una lunga serie di errori. Solo, davanti alla porta, e palla fuori. Broccaggine o mazzette? [p. b.]

Luoghi citati: Bruxelles, Canada, Inghilterra, Liverpool, Sud Africa