Figli a casa Denunciati 140 genitori

Per protesta Per protesta Figli a casa Denunciati 140 genitori LUCCA. Nel settembre del 1993 davanti alle scuole medie ed elementari di un paesino della Garfagnana un folto gruppo di genitori organizzò un «sit-in» di protesta, impedendo a chiunque l'accesso alle aule. La risposta della procura circondariale di Lucca è arrivata soltanto ieri, lenta ma precisa e severa: tutta la popolazione, esclusi i vecchi, bambini e «single» va a giudizio. Davanti al pretore di Castelnuovo Maurizio Ermellini il prossimo 5 luglio dovranno comparire 140 imputati. Sono padri, madri ed eventuali tutori che, vietando ai bambini di andare a scuola, hanno commesso il reato di «violazione dell'obbligo d'istruzione scolastica dei minori». I promotori ed esecutori del «sit-in», circa una quarantina, sono inoltre accusati di interruzione di pubblico servizio, una colpa che prevede la reclusione fino ad un anno. Ai fautori della «forca» collettiva toccherà invece soltanto una multa. I rivoltosi finiti nel mirino della magistratura sono gli abitanti di Vagli, un suggestivo centro lucchese che le carte turistiche ripropongono a scadenze decennali, quando dalle acque di un lago artificiale, periodicamente prosciugato, riemerge un'antica chiesetta. Per il resto il paese langue nella lenta, inesorabile emorragia emigratoria, comune destino delle zone montane. Per questo il provveditore agli studi di Lucca aveva deciso di sopprimere a Vagli la prima classe della sezione staccata della scuola media «Vacchiacchi» di Castelnuovo. Troppo poche le iscrizioni. La decisione non piacque però alle famiglie residenti le quali, in segno di protesta, tennero a casa tutti gli alunni. Aderirono anche i genitori dei bambini delle elementari, consapevoli di una prospettiva alquanto infelice. Tra Vagli e Castelnuovo ci sono 20 chilometri di distanza, da coprire senza bus o treni locali. E in inverno, a Vagli, c'è la neve. Il paese decise la mobilitazione. Dal 15 settembre al 13 ottobre le aule delle scuole rimasero deserte. II «sit-in» durò due giorni, il tempo necessario ai carabinieri di identificare tutti i responsabili. Quindi la denuncia depositata in procura ha seguito il suo iter, ma ora il processo che coinvolge l'intero paese si annuncia come una buffa nota stonata. La protesta, il ricorso al Tar ed una deroga del mini stero della Pubblica Istruzione per le zone montane hanno infatti costretto il Provveditore a desistere. La sezione staccata della prima media è tuttora operante, segno tangibile delle sacrosante ragioni dei conte statori. Perfino il parroco, don Francesco Cagnoni, l'appoggiò senza riserve: «La chiusura della media era un'aberrazione, ed ora è assurdo processare le famiglie che hanno solo voluto difendere il diritto allo studio» Donatella Bartolini

Persone citate: Castelnuovo Maurizio, Donatella Bartolini, Francesco Cagnoni

Luoghi citati: Castelnuovo, Lucca