Il riso amaro di Saxa Rubra di Massimo Gramellini
Il riso amaro eli Saxa Rubra Il riso amaro eli Saxa Rubra Rossella e Mimun: è come una barzelletta conosciamo già, e sono quasi tutti sfiduciati... Intanto per i prossimi tre giorni li devono congelare, magari sostituendoli con un direttore unico. Se uno di loro si presenta al lavoro per comandare, noi denunciamo il consiglio d'amministrazione. Disattendere la sentenza è un reato penale, punibile con la reclusione...» Due piani più sopra, il feroce Vigorelli prepara la resistenza. Il direttore dei tg regionali siede in un ufficio ambientato fra Miami e Campobasso, con una palma sbilenca dietro la testa e al muro una cartina geografica delle regioni italiane, casomai ogni tanto servisse un ripasso. L'uomo è determinato: «Se mi cacciano ho già fatto i conti: 4 miliardi e 350 milioni di liquidazione. Ah, ah! Rido. Il giudice dice che la Moratti doveva informare della nostra nomina i sindacati. Neanche i Professori li informarono, ma nessuno protestò. Per forza: Beppe Giulietti bivaccava al settimo piano di viale Mazzini e concordava le nomine con loro. Ah, ah. Rido». «Vigor» è una roccia. Scarica la tensione sulla sigaretta che gli fuma in bocca, mordendo il filtro fino a ridurlo a una ciambella: «Quando un sindacato ricorre al giudice vuol dire che non ha più argomenti. Io nei prossimi giorni verrò a lavorare, come sempre. Ah, ah, rido. Voglio proprio ridere...». Tutti vorrebbero ridere, ma dopo aver capito. Invece, all'oscuro di tutto, ridacchiano nervosi. Cinque del pomeriggio: i direttori dei tg nazionali si chiudono nella stanza di Daniela Brancati al Tg3, dove un mazzolino di fiori appassiti ha preso il posto della statuetta curziana di Breznev. La riunione dura un quarto d'ora e serve a mettere a punto una strategia comune. Nessuna iniziativa d'attacco, si opta per il classico contropiede all'italiana: dichiarazioni-soft, docilità nei confronti delle decisioni dell'azienda e la buffa sensazione che dopo questa sentenza le loro poltrone siano diventate inamovibili. Con un simile precedente, come farà il prossimo consiglio d'amministrazione a cacciarli via? Clemente J. Mimun (Tg2) si affaccia un attimo per dire: «Puoi scrivere che mi hai visto sorridente e al lavoro. Punto». Grazie, anche por i consigli sulla punteggiatura. Carlo Rossella (Tgl) si contiene in cinquanta battute, virgola e apostrofo esclusi: «La legge faccia il suo corso, anche se è un corso un po' impetuoso». Intanto il direttore-poeta dei Gr, Claudio «Prudente» Angelini, ha già tolto la sua firma dalla sigla dell'edizione della sera. Chissà Mimun e Vigorelli, che - la vita è una disdetta, a volte - proprio dall'altra sera avevano cominciato a mettere il loro nome in fondo ai telegiornali. «Vigor» rassicura il suo pubblico: «Tranquilli, non lo tolgo». Mimun, sorridente e al lavoro, ci sta pensando. E Daniela Brancati? E' al telefono con qualche mega-capo Rai e naturalmente ride: «Allora non me li date questi tre giorni di vacanza? E io, che già ci avevo fatto un pensierino. Forse il Consiglio non ha scelto i direttori più bravi, ma di sicuro quelli coi nervi più saldi...». Massimo Gramellini
Luoghi citati: Campobasso, Miami
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