Giallo in Messico «Salinas è fuggito in America»

Secondo alcune voci è stato minacciato di morte o vuole barattare l'impunità con il silenzio su omicidi e crack CENTRO AMERICA Secondo alcune voci è stato minacciato di morte o vuole barattare l'impunità con il silenzio su omicidi e crack Giallo in Messico: «Salinas è fuggito in America» Inseguito dagli scandali sceglie l'esilio negli Usa. Washington non conferma WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE All'ennesimo colpo di scena si è aggiunto l'ennesimo giallo. Sabato Carlos Salinas de Gortari ha lasciato il Messico per iniziare negli Stati Uniti quello che è stato chiamato un «esilio virtuale». Ma ieri le tracce dell'ex presidente messicano e della sua famiglia erano scomparse e l'Immigration and Naturalization Service americano ha detto di non avere alcuna prova di un ingresso di Salinas nel Paese. Non c'è ragione di ritenere che Salinas non riappaia da un momento all'altro, probabilmente a Boston, dove, prima di lasciare Città del Messico, ha detto di essere diretto. E' possibile che il jet privato appartenente al magnate della farina Gonzales Barrerà - l'amico che gli ha offerto il passaggio abbia fatto una fermata inter¬ media in una località amena, per consentire ai Salinas di godersi un tranquillo fine settimana. Salinas - si pensa - prenderà presto contatto con i suoi vecchi amici di Wall Street e probabilmente busserà alla porta della sua vecchia università, Harvard, offrendosi come professore. Ma non ha ancora fatto né l'una né l'altra cosa e, nel frattempo, tutti si chiedono quali siano state le considerazioni che lo hanno spinto a lasciare il suo Paese. Un collaboratore del presidente in carica, Ernesto Zedillo, ha dichiarato che Salinas «ha lasciato il Messico volontariamente». Un altro ha sostenuto che «non c'è stato nessun compromesso». Poiché si sa che è stato Zedillo a chiedere a Salinas di andarsene, il fatto che l'interessato abbia accettato «volontariamente» lascia supporre che non aveva scelta migliore. Nessun funzionario governativo ammetterebbe mai l'esistenza di un «patto sotto banco» e quindi la smentita di un compromesso va presa con le molle. Ma, se è vero che Salinas non ha ricevuto niente in cambio per la sua volontaria partenza (per esempio: un trattamento di favore per il fratello incarcerato per omicidio oppure la promessa di non essere incriminato a propria volta), allora vorrebbe dire che a convincerlo sono state delle minacce. Il portavoce della Casa Bianca, confermando di non avere alcuna idea su dove si trovi Salinas, ha anche smentito categoricamente che il governo degli Stati Uniti abbia avuto un ruolo qualsiasi nel convincerlo a partire. Salinas era stato in un primo momento accusato di aver fatto deviare le indagini sull'assassinio del candidato presidenziale Donaldo Colosio. Era stato poi nebulosamente scagionato dopo aver minacciato e appena iniziato uno sciopero della fame. Ma il procuratore speciale che ha fatto arrestare Raul Salinas come mandante dell'omicidio di Francisco Ruiz Massieu aveva alluso alla possibilità di un coinvolgimento anche di Carlos. «Virtuale», in questo caso, significa che l'esilio di Salinas, oltre che essere formalmente volontario, non è a vita. Quanto durerà? «Cinque anni e otto mesi», ha detto un collaboratore di Zedillo, alludendo a quanto durerà ancora il mandato dei presidente eletto da poco. Sempre che prima non si verifichi un altro colpo di scena. L'altra notte Zedillo è apparso in televisione per annunciare il suo durissimo piano di austerità. Non ha nominato Salinas, ma ha citato la disastrosa situazione economica ereditata dal suo predecessore. E ha aggiunto in tono minaccioso che, sotto la sua presidenza, «nessuno, davvero nessuno, potrà considerarsi al di sopra della legge». Paolo Passarmi L'ex presidente Salinas de Gortari