«I fascisti? Eroi di guerra» di Guido Tiberga

«I fascisti? Eroi di guerra» «I fascisti? Eroi di guerra» Un fumetto riscrive la storia REVISIONISMO A STRISCE ANCHE nelle battaglie perdute, in tutte le battaglie perdute, vi sono fulgidi esempi di valore individuale, incredibili eroismi, solitarie gesta di abnegazione che meritano di essere scritti a lettere d'oro e ricordati...». Il fumetto di guerra non tira più. E così l'Editoriale Dardo, per rilanciare la storica testata Super Eroica, ha pensato di regalare .ai suoi sempre più scarsi lettori una storia degli «Italiani nella seconda guerra mondiale»: 50 fascicohni settimanali, con tanto di copertina finale. Una rievocazione «obiettiva»; prometteva la nota introduttiva al lavoro, a uso «dei giovani che della guerra hanno solo sentito parlare...». L'inizio della «ricostruzione obiettiva», in edicola dalla settimana scorsa, sembra tratto dai cinegiornali Luce degli Anni Quaranta, quelli costruiti sulle veline del Minculpop. Manca solo la voce di Appelius, ma tono e contenuti sono gli stessi: «10 giugno 1940 - attacca Super Eroica -. Sul quadrante della storia italiana scocca l'ora grave e solenne segnata dal destino: l'ora X, attesa e paventata ad un tempo da milipni di italiani». Il resto, stando almeno alle puntate pubblicate finora, non è troppo diverso. «In effetti è un testo vecchio e un po' datato - dice Roberto Sangalli dalla redazione del settimanale -. Il pubblico è scarso e i nostri budget sono limitati...». Inutile chiedere informazioni sull'autore. Gli editori, almeno così giurano, non se lo ricordano più. «Sono pagine scritte una ventina di anni fa da un anziano collaboratore di fede nazionalista - spiegano -. Era rimasto in un cassetto perché quelli non erano i tempi giusti per la pubblicazione. Sarebbe scoppiato un casino pazzesco...». Negli Anni Settanta, in effetti, le storie di guerra erano catalogate nel calderone del «fumetto nostalgico» per il solo fatto di esistere: i «casini» più grossi, per usare le parole di Sangalli, si erano abbattuti su pubblicazioni come Hessa, una serie militar-pecoreccia dedicata a una formosa soldatessa al servizio di Hitler: un giornale dove i lettori erano chiamati kameraden e salutati a colpi di «heil». Ma nel mirino delle proteste era finito anche chi, come la Dardo, importava le avventure dall'Inghilterra, purgando soltanto quelle in cui i nemici odiosi e vigliacchi vestivano la divisa italiana. «La guerra - commentano quasi dispiaciuti a Super Eroica - non è mai stata tròppo accettata...». Con la Secónda Repubblica, evidentemente, i tempi sono cambiati. «Oggi il nazionalismo è un valore più che accettabile - spiega Sangalli -. E poi, in fondo, non abbiamo mica esagerato...». Dipende dai punti di vista: i «validi motivi» per entrare in guerra? «La Germania - risponde Super Eroica - è vittoriosa su tutti i fronti e l'Italia milita dalla parte del più forte». I contrari alla guerra? «Assenteisti, immemori, egoisticamente pacifici». La pace? «Comoda posizione d'attesa». L'attacco alla Francia? «Ardimentosa e felice azione... In soli quattro giorni gli italiani riescono a travolgere quasi l'intero fronte e a smantellare gli appostamenti difensivi nemici». I morti sul confine francese? «Eroi. E voi giovani che oggi leggete queste righe, inchinatevi di fronte al loro sacrificio...». Reazioni politiche? «Nessuna - dicono alla Dardo -. E poi perché dovrebbero essercene? Noi non facciamo politica...». Guido Tiberga L'editore: «E' un testo degli Anni 70 Allora era impubblicabile ma adesso i tempi sono cambiati»

Persone citate: Appelius, Hitler, Roberto Sangalli, Sangalli, Super Eroica

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Super Eroica