«le due anime del ppi? Si dividano»

Il cavaliere: gli azzurri di Forza Italia sono gli Apostoli delle nostre idee Il cavaliere: gli azzurri di Forza Italia sono gli Apostoli delle nostre idee «le due anime del ppi? Si dividano» Berlusconi: i comunisti vogliono distruggermi PADOVA __ DAL NOSTRO INVIATO Nella città del Santo, dal palco, Silvio Berlusconi li richiama alla fede: «Voi dovrete essere gli Apostoli!». Nel Palasport pieno a metà i fedeli padovani sono duemila. Pronti a votare per Giovanni Negri, da mandare alla Camera al posto di Emma Bonino. E pronti a un'ora secca di Berlusconi tutto per loro, un mix di show, omelia, understatement e armiamoci e partiamo. Per cominciare gli apostoli sappiano che la divisione del partito popolare è cosa buona e giusta. Sia benvenuto Buttiglione, «quegli altri no! filocomunisti, o forse è meglio dire comunisti travestiti da cattolici che tanto non avremmo potuto accettare nel nostro polo che non a caso si chiama delle Libertà!». In una delle capitali dell'Italia bianca, in una delle sacrestie d'Italia, Berlusconi ha improvvisato la parabola dell'equazione. La vecchia de, che è quella parte di Partito Popolare non in linea con Buttiglione, è qualcosa di molto simile al Diavolo: «Hanno simpatie per la sinistra comunista, gente di cui qualcuno dice addirittura che usano il simulacro del cattolicesimo per coprire la loro vera identità. I prossimi giorni diranno se i cattolici liberali cambieranno casa e simbolo: nel¬ la nostra formazione erano e sono benvenuti». Gli altri se ne stiano ben alla larga, tanto non avrebbero trovato posto e comunque seguono «ideologie che hanno portato sólo miseria, terrore e morte!». Dagli spalti, ogni tanto, un grido che sembra un insulto: «Rosibindi! Rosibindi!», che è eletta qui. Berlusconi sta per chiudere. Dopo Negri e Marco Pannella, velocissimi, l'equazione Partito popolare = sinistra = comunismo= miseria, terrore e morte l'ha messa nel crescendo finale. Prima dell'ammonimento («un giorno o l'altro saremo curiosi di conoscere i finanziamenti di questa gioiosa macchina da guerra della sinistra comunista» e della benedizione agli apostoli: «Al-nostro Polo l'augurio e l'auspicio di mettere in campo un grande esercito!». Esercito perché «oggi il Paese è nelle mani dei comunisti e dei loro alleati che stanno preparando una guerra totale contro il Polo e i suoi esponenti». Guerra, esercito, difendersi in ogni modo. Berlusconi insiste, è guerra totale al Cavaliere e alla Fininvest. «E' come gli ha insegnato Lenin il nemico principale sono io. Da distruggere. Nei loro sogni anche fisicamente». Difendersi perché adesso c'è anche questa «par condicio»: «Il loro primo obiettivo è intervenire sulla Rai per riacquistare alla fazio- sita il Tgl e il Tg2 e annientare quindi le reti Fininvest». Perché? «Vogliono impedirci di comunicare con il nostro movimento di opinione». Difendersi anche dal Corriere della Sera: «Dicono che per gli spot mi avvalgo delle mie tv e ho più soldi. Sono menzogne e calunnie sistematiche. Gli spot avrebbero potuto farli anche i miei avversari». «Tieni duro!», gridano gli ultras. E lui, al volo: «Sì, ma il,Paese, il Parlamento, è in mano ai comunisti e ai loro alleati!». Un altro si sporge dalla tribunetta in acciaio: «Silvio, ridicolizza quel sinistrato mentale di D'Alema!». Sullo sfondo il solito «Rosibindi! Rosibindi!». Ma il cavaliere non dimentica che qui si vota il 9 aoprile. Un bell'applauso a Giovanni Negri, già segretario del partito radicale. E poi via in fretta. Arrivato in elicottero ha il Superpullman che aspetta fuori dal Palasport, poi la cena con dieci imprenditori a casa di Paolo Sinigaglia-scarpe Simod, infine l'aereo a Venezia per il rientro a Mi¬ lano o a Roma chissà. E oggi il voto sulla manovra, con Berlusconi sempre orientato sul no. «Buttiglione? No, non l'ho sentito», risponde mentre va al Superpullman con Marco Pannella: «Ci siamo scambiati messaggi con i suoi e i miei uomini». Ma lei che pensa, si dovranno dividere? «Io non guardo in casa degli al- tri...». Nel Polo preferisce Buttiglione con o senza il simbolo del ppi? «Tanto credo che la gente abbia già capito». E a Cossiga che dice «Berlusconi si prenderà Buttiglione e i suoi senza pagare il dazio» che risponde? «Che in vita mia ho sempre pagato tutto, anche più di quel che ho avuto...». Un coretto «elezioni elezioni» lo accompagna. Dal palco, all'inizio, con un oplà era sceso a pie pari per un giro trionfale del parterre, strette di mano, abbracci, bagno di folla padovana. Per tutti gli apostoli della città di S. Antonio la strada da seguire, è qualla dell'invocare elezoni ali più presto. «Abbasso Scalfaro!», grida un altro ultras e il Palasport applaude. Ma Berlusconi, nella città del Santo, almeno questa volta il Quirinale l'ha risparmiato. Meglio battere sul ppi, meglio esaltare i «cattolici liberali» del professor Buttiglione, e sparare che quel cambio «di casa e simbolo» avvenga al più presto e si uniscano al coro elezioni-elezioni. «Comunque - dice - credo che quel che è avvenuto sia servito almeno a far chiarezza». Per l'ex candidata del ppi Elisabetta Cardini, telepresentatrice tv e padovana famosa, sembra proprio di sì. Dopo l'ultimo applauso raggiunge il cavaliere e sussurra due volte: «Complimenti...». Giovanni Cerniti Silvio Berlusconi: «Il Paese è nelle mani dei comunisti e dei loro alleati»

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