«Il segretario è impazzito mi barrico in redazione»

«Il segretario è impazzito mi barrico in redazione» «Il segretario è impazzito mi barrico in redazione» LA RIVOLTA B ROMA UTTIGLIONE è impazzito. Ma io mi barrico qui dentro e non mi muovo: mi devono portare via con la forza». Alle sette e mezzo di sera, Luca Borgomeo (ex?) direttore del «Popolo» si sfoga al telefono con un amico che è asserragliato nell'altro bunker del ppi, il quartier generale della «sinistra» al primo piano di piazza del Gesù. «Non cedo di un millimetro. Anzi domani (oggi per chi legge n.d.r.) lo sai con che titolo usciamo? No del ppi all'accordo con il Polo. E io firmerò poche righe per spiegare perché non mi dimetto», spiega Borgomeo e la sua voce arriva fioca all'altro capo del filo. E' stanco, il direttore dimissionato dal segretario che non si dimette. Per lui, e per il giornale, questa è stata una giornata tremenda. Dalla prima mattina si rincorrono le voci dell'allontanamento di Borgomeo. L'indiscrezione è di quelle che fanno rumore: l'uomo che guida il «Popolo» è il fratello del direttore della Radio Vaticana. All'interessato, però, a quell'ora non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale. Viene a sapere della decisione di Buttiglione dal tg2. E dalle telefonate di qualche amico. Una gliela fa Franco Marini: «Luca - lo avverte - guarda che il segretario sta preparando una lettera per me, te e Gargani per dirci che entro le sei di pomeriggio dobbiamo lasciare i nostri uffici». Al secondo piano dèi palazzo di piazza Cinque Lune, che ospita il «Popolo», cresce la tensione. Nello stanzone della redazione si prepara la «resistenza». I giornalisti quasi tutti giovani e della «sinistra» - vogliono tener duro. Però sembrano delle anime in pena. Sono preoccupati: le lotte tra bande, olo» nel ppi, rischiano di far precipitare la loro situazione, che non è delle più rosee. Da tempo fanno la cassintegrazione a rotazione, di recente hanno anche scioperato perché gli stipendi ormai sono diventati un «optional». E' duro resistere quando in gioco è anche il posto di lavoro. I più fortunati hanno già trasmigrato in altri lidi. La vecchia guardia - in frizione con l'allora direttore Sergio Mattarella - si è spostata armi e bagagli all'agenzia del ecd «Fare centro». I superstiti - quasi una quindicina, senza contare i 24 in cassintegrazione - tentano di fingere che sia una giornata come le altre. Il caporedattore Saverio Francesco Garofani è preoccupato, ma annuncia: «Tutto va avanti, come sempre. Il giornale uscirà regolarmente». Nel suo ufficio, seduto in poltrona, Borgomeo si tormenta. Buttiglione ha deciso che sarà un suo fedelissimo, Gianfranco Rotondi, il nuovo direttore politico del quotidiano del ppi. «Già, ma qui non entra: l'iniziativa dell'ex segretario, perché è tale, è illegittima e vergognosa. Lui è stato sfiduciato dal partito e quindi non può sfiduciare proprio nessuno», dice Borgomeo, che del «Popolo» è direttore politico ed anche responsabile. Ma che rischia di essere sostituito pure in questo secondo incarico. E già si fa il nome del suo successore: Walter Guarracino, portavoce di Buttiglione. Il quale, però, nicchia: «Luca - dice resterà al suo posto... per ora». Il tempo, a piazza Cinque Lune, sembra non passare mai. I giornalisti faticano ad allontanarsi dal palazzo, quasi avessero paura, una volta usciti, di trovare il portone sbarrato. Restano male quando vengono a sapere che Rotondi, per ora, non metterà piede in redazione: gli avevano preparato un'accoglienza coi fiocchi. Intanto dalla sede del partito giunge una voce che li lascia sgomenti. Buttiglione potrebbe decidere di non far uscire il giornale. Non è vero ma il «pissi pissi» dura quel tanto che basta ad aumentare la tensione. I sindacalisti della Cisl fanno sapere che il giornale lo stamperanno loro, se ce ne sarà bisogno. Cessato l'allarme, il quotidiano entra in assemblea permanente, metre i telefoni squillano all'impazzata. Dalla periferia i militanti vogliono sapere che cosa sta succedendo. Chiedono di Borgomeo. Una signora, garbata, risponde sempre nello stesso modo: «Il direttore è in riunione: oggi è stata una giornata terrificante». Alle dieci di sera i giornalisti del «Popolo» sono ancora asserragliati nel loro fortino. Borgomeo si lascia andare a fosche previsioni: «A piazza del Gesù c'è qualcuno che ha avuto l'incarico di liquidare il ppi. Se si va avanti così lo distruggeranno, questo partito». Maria Teresa Meli Luca Borgomeo (ex?) direttore del «Popolo»

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