«congeliamo il simbolo per le prossime elezioni»

Ultimi tentativi per ricucire la frattura fra le due fazioni «Lo scudocrociato? Diventi una fondazione storica» «congeliamo il simbolo per le prossime elezioni» PIAZZA DEL GESÙ' COME UN'ARENA IROMA N un angolo di quel palazzo di Piazza del Gesù diviso in due, anzi, di quel mondo democristiano spaccato irrimediabilmente a metà come una mela, Gianfranco Rotondi, uno dei consiglieri di Buttiglione, parla delle due uniche ipotesi che potrebbero rappresentare una via d'uscita che eviti interminabili contese in tribunale e un epilogo dello scudocrociato che somiglierebbe a quello del psi. «Bisogna trovare i modi - spiega - per vivere dentro lo stesso tetto e sopportarci ancora un poco, o per arrivare ad una. divisione ..consensuale. Nella pVimà^potèsT !si"' 'potrebbe andare alle regionali - che potremmo considerare irrilevanti sul piano politico - scegliendo ognuno le alleanze che vuole, ma senza presentare il simbolo da nessuna parte. E' un'idea che lascia delle sbavature, ma è l'unica possibile per rinviare il divorzio. In alternativa i due partiti che albergano dentro questo palazzo possono decidere di comune accordo di rinunciare al simbolo. Lo «scudocrociato» potrebbe diventare lo stemma di una fondazione che dovrebbe custodire la memoria storica del partito a cui potrebbero aderire tutti gli ex-dò da Cossiga a -Orlando, da Buttiglione alla Bindi, a Casini: una fondazione che potrebbe essere presieduta da Gerardo Bianco e alla quale potrebbe essere donato il piano nobile di piazza del Gesù». Queste sono due delle tante idee con cui gli ex-dc stanno tentando di coprire il divorzio che si preparano a consumare. Ma si sa, ogni «scisma» cattolico ha avuto delle pagine crudeli e, probabilmente, quello democristiano non farà eccezione. Dentro piazza del Gesù l'atmosfera è quella e Rotondi già si immagina quello che c'è dietro l'angolo: «Una diatriba - dice - che finirà inesorabilmente nelle aule dei tribunali. Tempo una settimana e qui ci saranno due segretari, il Papa e l'anti-Papa, con due corti che si faranno la guerra. A livello periferico i due partiti si contenderanno il simbolo, ci saranno denunce e contro-denunce finché un pretore solerte non lo sequestrerà e nessuno potrà utilizzarlo nelle prossime elezioni regionali». Insomma, un destino crudele sembra prepararsi per gli ultimi eredi di don Sturzo. Ma forse era scritto: con l'avvento del bipolarismo la de, pardon il ppi, che è stata sempre il partito emblema del proporzionale, non ha più senso. E visto che nella sua storia la de ha sempre rappresentato insieme la «destra» e la «sinistra» del centro, nessuna di queste due anime accetterà mai che l'eredità dello scudocrociato sia appannaggio di una sola. Eh sì, il dramma de sta tutto in quello stemma scudocrociato che ha governato per tanti anni l'Italia, che nell'ultimo periodo è diventato anche l'emblema del malgoverno, ma che adesso nessuno vuol mollare. E il primo che non vuol lasciarlo è proprio ButtiglioDe. Ieri il segretario si è rintanato nelle sue stanze al terzo piano di piazza del Gesù annunciando in pubblico che ritiene «non valido» il voto del Cn. Poi dalla sua stanza provvisoria al terzo piano (quella al secondo è in restauro) ha guidato la controffensiva: in due ore ha destituito dai loro incarichi Marini, Gargani e il direttore del Popolo Borgomeo. Ha addi¬ rittura inviato una lettera all'exsegretario della Cisl per chiedergli di lasciare entro le 18 gli uffici che aveva a disposizione. Lo staff del segretario ha anche pensato di commissariare alcuni comitati regionali e inviare ai probiviri tutti gli esponenti del ppi che nano aderito ai comitati Prodi. Obiettivo: impostare una grande battaglia procedurale e guadagnare tempo mentre i tempi di scadenza per la presentazione delle liste per le regionali si avvicinano. L'importante per Buttiglione è costringere gli avversari ad un'intesa per un divorzio consensuale: in questo modo nessuno dei due partiti che dovrebbero nascere dalla scissione potrebbe utilizzare il simbolo e il segretario-filosofo potrebbe traghettare quella «parte» che vuole anda¬ re nel Polo rivendicando, al pari di quelli che andranno verso il pds, una linea di discendenza diretta dal ppi. «Loro - osserva il capo della segreteria di Buttiglione, Tassone - hanno già l'ulivo, che se ne fanno dello scudocrociato?». In questo modo la sconfitta di sabato, si trasformerebbe in una «patta». Un Buttiglione, quindi, pronto a resistere, che potrebbe accettare di dare le dimissioni solo nell'ambito di un negoziato con gli avversari. E che il segretario voglia vendere ca-' ra la pelle ieri se ne sono accorti in molti. A Maurizio Sacconi, un expsi confluito in sinistra-liberale che è andato a trovarlo a piazza del Gesù, il filosofo-segretario ha regalato queste frasi: «No, non mi dedicherò solo agli studi. Anzi. Non torno indietro. La scelta in favore del Polo è irreversibile. I miei avversari nel ppi il simbolo del partito non lo avranno». La stessa impressione ha avuto Pierluigi Castagnetti, uno degli esponenti della sinistra che è andato a sondare le intenzioni del segretario. Il loro è stato un dialogo tra sordi. «Rocco - ha esordito Castagnetti - puoi farti tutto il male politico che vuoi. Non capisco, però, perché vuoi recare danno alla tua immagine: sei uscito sconfitto dal Cn, ma sei caduto in piedi. Perché rovini tutto adesso?». Buttiglione ha reagito spiegando le sue ragioni e avanzando l'ipotesi del divorzio consensuale attraverso la «sterilizzazione» del simbolo. Ma Castagnetti gli ha dato come risposta un «no»: «Chi è stato in questo partito per trent'anni, non vuole che tutto questo patrimonio finisca in frigorifero». Le posizioni, quindi, sembrano lontane e inconciliabili anche perché la «sinistra» del ppi, dopo la vittoria nel Cn, si è convinta di poter vincere. «Il prossimo segretario -promette Marini, il designato potrebbe essere eletto al Cn di giovedì con 109 voti. Bastano e avanzano». «Buttiglione - ha aggiunto la Iervolino - è andato al di là di ogni immaginazione». «Non può comportarsi da sultano» gli è andato dietro'Sergiò MattarèUà.'Ménlre il presidente del Cn, Giovanni Bianchi, ha già decretato la decadenza della' Segreteria BUttiglidn'e.:.«Tutti gli atti che ha deliberato da sabato - ha detto il presidente del Cn - non sono validi. Buttiglione non è più il segretario. Il depositario del simbolo ora sono io». .'- Sotto il tetto di piazza del Gesù, quindi, già da oggi convivono due partiti. E nessuno si fida dell'altro: da ieri entrambe le fazioni hanno occupato «manu militari» le due ali del palazzo. Da una parte si sono accampati i ciellini, dall'altra i militanti della Cisl. E probabilmente dormiranno lì, per evitare che chi rimane dentro per ultimo cambi la serratura del portone per lasciare gli avversari fuori, come avvenne in una delle tanti scissioni socialdemocratiche. Non si tratta di un'esagerazione si si tiene conto che il direttore del Popolo, Luca Borgomeo, si è barricato in ufficio e che ieri pomeriggio i propositi de gli uomini di Buttiglione nei confronti di Marini erano tutt'altro che pacifici. «Se non lascia gli uffici entro l'ora stabilita - ha annuncia to Volontà, uno dei fedelissinmi del segretario, a metà pomeriggio quello lì lo cacciamo fuori noi». Augusto Minzolini Ultimi tentativi per ricucire la frattura fra le due fazioni «Lo scudocrociato? Diventi una fondazione storica» Ma nessuno ormai dubita più che la guerra finisca in tribunale «Fra una settimana ci saranno due segretari: Papa e anti-Papa» A sinistra: due esponenti della sinistra del ppi Sergio Mattarella e Rosy Bindi Qui accanto: Roberto Formigoni Sopra: Gerardo Bianco

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