S'incrina l'Unione di centro
Ciaurro e De Luca lasciano il congresso S'incrina l'Unione di centro Ciaurro e De Luca lasciano il congresso ... . .... , . . LIBERALI E CATTOLICI ATORINO LL'UDC, Unione di centro, manca la parola «liberale» e l'ex ministro Ciaurro, oggi sindaco di Terni, lascia il congresso che si è concluso ieri a Torino, sbattendo la porta. Con lui l'europarlamentare Stefano De Luca che poco dopo, però è confermato con Alfredo Biondi e Raffaele Costa alla presidenza del movimento. «Speravamo che l'Udc diventasse la casa dei liberali che hanno scelto il Polo. Non si può? Ce ne andiamo», dicono i dissidenti. Immediata la replica di Costa: «Ci auguriamo che la riflessione prevalga. Tutti i documenti, peraltro, sono stati approvati dalla stragrande maggioranza del Congres- so. Speriamo che il dissenso possa rientrare. L'ondata di adesioni all'Udc negli ultimi giorni ci conforta e ci stimola a proseguire sulla strada indicata nella mozione conclusiva, in cui si rispecchiano le ragioni del movimento: dare avvio ad un'aggregazione di centro, liberal-democratica, tra forze di cultura cattolica e liberale». E' questa caratterizzazione mista, «laico-cattolica», che non è piaciuta a Ciaurro e De Luca. I nodi della vigilia non sono stati sciolti. L'assemblea non ha accolto, oltre alla parola «liberale», anche una diversa struttura organizzativa e di vertice del movimento, tra cui l'allargamento della presidenza a 4 membri. Altro piccolo giallo: l'uscita anticipata di Biondi dalla sede congressuale di Torino-Esposizioni. Ma l'ex ministro" ha subito chiarito per telefono che se ne era andato a causa di precedenti impegni: «Condivido totalmente le decisioni del congresso sia sul piano politico sia su quello delle alleanze. Per le modifiche statutarie e strutturali di vertice mi sembrava, invece, che ci fosse l'accordo di rinviarle in direzione». Chiarito che con Costa non esiste contrasto, Biondi afferma che non dovrebbero esservene nemmeno con De Luca: «Fare questioni nominalistiche e personalistiche - spiega - contraddice lo spirito e la lettera dell'Unione: E mi pare un pretesto riduttivo e di livello nemmeno esaltante al termine di un dibattito congressuale che ha avuto un buon livello». La mozione conclusiva, approvata dalla stragrande maggioranza del congresso, ribadisce validità alle prospettive per le quali l'Udc era nata nel 1993: «Chiamare a raccolta il centro liberal-democratico e cattolico, costruendo un contenitore in grado di superare la dimensione dei partiti». Nel documento è inoltre confermata la scelta del Polo delle Libertà, nel quale, insiste Costa, «interpretiamo le aree liberal-democratica e cattolica». In settimana si riunirà la direzione per avviare esaminare le proposte di modifica dello statuto compresi gli emendamenti di Ciaurro e De Lijca e non si esclude che in quella sede la controversia si possa esaurire. Giuseppe Sangiorgio Raffaele Costa
Luoghi citati: Torino
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