Liz, botte & alcol di Fabio Galvano

Liz/ botte & alcol Due biografie sulla Taylor: pettegolezzi, storie di sesso e tanto veleno Liz/ botte & alcol «Non fui mai una teen-ager» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una «macchina del sesso», insaziabile e viziosa, protagonista di maratone d'amore e di registrazioni indiscrete attraverso otto matrimoni e una marea di amanti; oppure una debole e rassegnata vittima della propria celebrità, costretta ad attingere dai suoi personaggi dello schermo la forza e i sotterfugi per sopravvivere nella vita di tutti i giorni. Sono due volti diversi della stessa persona, di Liz Taylor, che segnalano un'ennesima guerra dell'editoria internazionale: da una parte David Heyman, con il suo «Liz, una biografia intima» rivela segreti e altarini in un libro che invano l'attrice, preoccupata dalla pubblicità negativa, ha cercato di bloccare in America; dall'altra Donald Spoto, già biografo di Marilyn, tenta nel suo «Elizabeth Taylor», che la Little Brown sta per pubblicare in Inghilterra, un ritratto meno febbricitante ma forse più accurato, sicuramente più completo della star che a 63 anni non accetta il tramonto. Sono due volti che, in definitiva, s'integrano, incernierati su una delle carriere più lunghe di Hollywood - è da mezzo secolo sul set e da quella sfilza di mariti. Ma è inevitabilmente quello più pruriginoso a fare i titoli dei giornali inglesi e americani. Ecco allora sbandierati, con ampi particolari forniti anche dal quarto marito, Eddie Fisher, i giochi d'amore più intimi come il gusto di sentirsi gattina, miagolante e a quattro gambe, prima dell'amplesso; o le statistiche che la dicono capace di dodici round in una sola notte o di intere giornate fra sesso e caviale; o ancora la disinvoltura con cui affrontava i suoi potenziali amanti, come quando nel 1956 si offrì a un esterrefatto Lee Marvin che lavorava con lei in «Raintree County». Non mancano le risse - ma risse d'amore, si scopre, dal potere afrodisiaco - con il terzo marito Mike Todd. Fisher riferisce un episodio di quando era ancora sposato con Debbie Reynolds: «Lui la trascinò per mano, mentre lei scalciava e graffiava, attraverso la sala da pranzo e fino all'ingresso. Debbie li rincorse, prese Mike alle spalle cercando di tirarlo via da Liz. E improvvisamente entrambi si rivoltarono contro di lei. "Oh, Debbie, non fare sempre la girl scout", esplose Liz. In realtà quella rissa era il preludio di una serata infuocata». Una serata, forse, come quelle che Mike Todd e Liz Taylor amavano registrare con un magnetofono per poi farne dono agli amici. Una Liz insaziabile, che non molto dopo la morte di Todd sedusse Eddie Fisher e non esitò a mettere per tre giorni il cartello del «non disturbare» fuori della porta del loro hotel; che sposò il senatore John Warner, marito numero 7, perché - dice Heyman - «era ben dotato»; che invano tentò di cambiare la natura di Montgomery Clift, mentre invece accettò senza battere le sue lunghe ciglia l'omosessualità di Rock Hudson e di James Dean. Smodata emerge anche nel libro di Spoto: nel suo amore per alcol e droga, soprattutto negli anni tempestosi del doppio matrimonio con Richard Burton; nella sua ossessione per i gioielli vistosi e d'inestimabile valore; nella sua violenza fisica (con Burton le risse erano vere). Ma tutto questo, è la tesi dell'attento biografo, come reazione alle prime esperienze infelici, i due matrimoni con Nick Hilton che la picchiava e con Michael Wilding che la ignorava. In quegli anni era ancora giovanissima, si sposò per la prima volta a 19 anni - la Taylor copiava nella vita i suoi personaggi dello schermo, e addirittura c'è chi sostiene che «Il padre della sposa» le sia servito da inutile traccia per la fallimentare scelta di Hilton. Nata in una benestante famiglia inglese ed emigrata in America per sfuggire alla guerra, Liz era stata in definitiva una vittima della madre, Sara Sothern Taylor, che fin da quando la bambina aveva 8 anni la vide erede di Shirley Tempie. La donna fece di tutto quando la famiglia si trasferì a Beverly Hills, per aprirle le porte dei grandi studios. Il successo («Lassie») baciò presto la giovane Liz, che in seguito si sarebbe sempre lamentata di «non essere mai stata una teen-ager» (e si spiegherebbe così la sua solidarietà con Michael Jackson, vittima di un analogo destino). Dopo il primo film, ecco il primo gioiello, il primo fidanzato, il primo matrimonio e il primo fallimento, in una continua rincorsa fra schermo e realtà, fino al binomio battaglie-bottiglie con Burton e agli anni del declino con l'ultimo e ottavo matrimonio con Larry Fortensky. Fabio Galvano Una madre ossessiva, i giochi svelati dagli 8 mariti e infine il tramonto da donna malata immmMiMMWiMi Liz Taylor insieme con l'attuale marito: Larry Fortensky che ha conosciuto in una clinica per disintossicarsi dall'alcol Alcune voci davano per concluso anche questo matrimonio Liz Taylor da bambina quando girò «Lassie». A destra: Richard Burton, l'uomo che sposò due volte

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