«La lista di Fry», 1500 intellettuali sottratti al nazismo di Fabio Galvano

«La lista di Fry», 1500 intellettuali sottratti al na2ismo Così un americano sbarcò a Marsiglia e aiutò i profughi nel Sud della Francia: una storia dimenticata «La lista di Fry», 1500 intellettuali sottratti al na2ismo Con i suoi passaporti falsi mise in salvo Chagall, Ernst, Heinrich Mann e Alma Mahler LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Schindler non fu l'unico. C'era anche, durante la guerra, una «lista di Fry». Una lista di 1500 nomi, compilata da un americano deciso a salvare scrittori, artisti e intellettuali europei isolati nel Sud della Francia occupata: Varian Fry, un eccentrico senza amici e senza protettori se non Eleanor Roosevelt, al cui nome sarebbe rimasta legata la salvezza di figure come Marc Chagall, Max Ernst, Hannah Arendt, Heinrich Mann. La sua è una storia troppo facilmente dimenticata, che riaffiora sui giornali inglesi nella rincorsa celebrativa al VE-Day: una delle storie di ordinario coraggio che illuminarono le tenebre della guerra. Marsiglia era diventata un grande campo di concentramento, quell'estate del 1940, con il governo di Vichy supinamente disposto ad avallare le direttive di Berlino. Fry, figlio di uno stockbroker di New York, latinista laureato ad Harvard, decise d'intervenire. Come direttore di una rivista di politica internazionale era stato a Berlino e «aveva visto», ma i suoi moniti erano caduti nel vuoto in un'America cieca alla tempesta europea. Quello che il suo governo non era disposto a fare, decise, avrebbe tentato lui. Arrivò a Marsiglia il 15 agosto 1940, con tremila dollari e una lettera di presentazione come assistente volontario dell'Ymca. Si mise subito al lavoro. I primi contatti furono Thomas Mann, Jacques Maritain, Reinhold Niebuhr, Jules Romains; e attraverso i loro contatti segreti la sua lista si allungò: prima lo scrittore cecoslovacco Franz Werfel e la moglie Alma Mahler Gropius, poi Heinrich Mann lo aiutarono a raccogliere il fior fiore dell'intel¬ lighenzia minacciata dai nazisti. Per lasciare la Francia occorreva un visto, su cui la Gestapo aveva il controllo; e allora Fry, con l'aiuto di due collaboratori, s'imbarcò in una vasta impresa di passaporti falsificati. Se l'avessero scoperto sarebbe stato fucilato. Ma lui non esitò un attimo. Creò un Centre Americani de Secours per dare una facciata legale alla sua presenza e in una fabbrica abbandonata di borsette fu pre- L'occupazione t sto un viavai di rifugiati. Per quelli più a rischio c'era un messaggio sussurrato: «Ci potrebbero essere piani di viaggio». Ma come? Le vie di mare erano troppo pericolose, l'unica erano i Pire¬ i dalla Gestapo nei. La Spagna concedeva il transito a chi avesse un visto per altri Paesi. Era perciò possibile, con i passaporti falsi, entrare in Spagna; ma soltanto dopo avere lasciato clandestinamente la Francia. L'unica località dove ciò era possibile, con i posti di frontiera francese e spagnolo distanti l'uno dall'altro, erano le montagne sopra Cerbère. La via era trovata. Il primo a usarla fu Konrad Heiden, autore di Der Fùhrer, il libro che aveva rivelato la vera natura di Hitler e del nazismo. Poi, in rapida successione, partirono Emil Gumbel, il grande matematico il cui pacifismo aveva provocato disordini a Heidelberg, il biochimico premio Nobel Otto Meyerhof, gli scrittori Leonhard Frank, Alfred Polgar, Hertha Pauli. Franz Warfel e Heinrich Mann (che viaggiava con il nipote Golo, figlio del fratello Thomas Mann) dovettero essere accompagnati da Fry, perché temevano l'uno le proprie condizioni di salute e l'altro l'età avanzata. Quando Fry ritenne che la Gestapo avesse individuato quel percorso, organizzò un'altra via d'uscita, attraverso Banyuls, creando addirittura in quel paesino una casa di smistamento per i fuggiaschi. Al denaro provvedeva un gangster corso: dava franchi a Fry, che gli girava l'equivalente su un conto americano, in dollari; e i passaporti falsi si moltiplicavano. Lo scrittore André Breton, oltre agli artisti Chagall, Ernst e Lipchitz, fuggirono così (con Chagall terrorizzato dal «deserto culturale» americano fino a quando Fry gli garantì che anche negli Usa esistevano le mucche). In tutto 1500 persone se ne andarono da Marsiglia. Il 29 agosto 1941 Fry fu arrestato ed espulso. Tornato in America fu presto dimenticato, persino da chi egli aveva salvato. Il matrimonio fallì, gli affari anche. Nel 1967 ricevette la Legion d'Onore, e il rinnovato interesse per la sua vicenda lo indusse a scrivere un libro. Lo avrebbe fatto a Redding, nel Connecticut, dove gli era stato offerto un incarico come insegnante di latino. Ma morì dopo poche settimane, lasciando una bozza di manoscritto. «Storie romanzesche», le liquidò un poliziotto. Fabio Galvano L'occupazione tedesca in Francia. Fry salvò 1500 intellettuali dalla Gestapo