Caccia all'untore dell'Aids

Studenti e spacciatori Roma: esami sui prelievi compiuti negli ultimi quattro anni Caccia all'untore dell'Aids Donna contagiata, s'indaga tra i donatori IL CASO IL «GIALLO» ALL'UMBERTO I UROMA N colloquio con il professor Ferdinando Aiuti e l'acquisizione di nuovi elementi anche attraverso l'esame di tutti i documenti che gli sono stati portati dai carabinieri. Questo il programma di indagine del pm Gianfranco Amendola. Si tratta di carte che a cominciare dal 1991 fotografano la situazione di Patrizia C, la donna che il 7 marzo ha denunciato di aver contratto l'Aids dopo aver ricevuto trasfusioni al Policlinico Umberto I di Roma. Ieri sono stati interrogati in veste di testimoni (nessun nome è stato ancora iscritto nel registro degli indagati) quattro medici e due infermieri. I medici ascoltati sono Giampiero D'Offizi, primo assistente del professor Aiuti, direttore del centro di infettivologia, Giuseppe Turbessi, responsabile del centro di riferimento per il virus da hiv e il suo assistente dottor Macedonio, e la dottoressa Chierchini, dell'osservatorio epidemiologico regiona- le. A identificare le persone convocate ieri e altre quattro che saranno sentite domani sono stati i carabinieri del Nas che venerdì, dopo essere stati al Policlinico dove hanno acquisito tutta la documentazione riguardante Patrizia C., hanno completato il dossier prendendo documenti relativi al caso anche presso l'osservatorio epidemiologico regionale. E' qui, infatti, che vengono fatti i controlli quando sorgono sospetti sulla possibile sieropositività del sangue che deve essere trasfuso ai pazienti. Ed è compito dell'osservatorio rintracciare tutti i donatori per accertare che il sangue da loro fornito non sia infetto. Gli interrogatori sono durati complessivamente cinque ore, ma nessun particolare di rilievo si è appreso sulle dichiarazioni dei testimoni, i quali, stando alle indiscrezioni, avrebbero sostenuto la regola¬ rità di tutte le procedure adottate e l'estremo rigore con il quale vengono controllate le sacche contenenti il sangue da usare per le trasfusioni. Tra le domande rivolte ai testimoni una ha riguardato il silenzio che per quasi un anno ha circondato la vicenda. E' risultato che Patrizia C. denun¬ ciò nel marzo dello scorso anno la sua situazione ai medici che l'avevano avuta in cura. Soltanto lunedì scorso, quando con una denuncia alla procura della Repubblica ha rivelato i fatti, sono arrivate le prime precisazioni a livello medico. Ieri è stato confermato anche che quando si trattò di curare Patrizia C. sorse il sospetto che un contenitore contenesse sangue infetto e addirittura si credette che parte di questo sangue fosse stato trasfuso nella donna. Ma gli immediati controlli fecero escludere questa possibilità. Su questo punto, comunque, Amendola ha disposto altri accertamenti, affidandoli ai carabinieri del Nas. I militari sono andati a Tivoli, vicino a Roma, dove c'è un deposito nel quale vengono conservati i registri del Policlinico. Ora tutta la documentazione acquisita sarà esaminata dal magistrato, che spera di avere ulteriori informazioni dagli interrogatori in programma domani, ir. cri.] Il caso di Patrizia C. rilancia la polemica sulle trasfusioni

Luoghi citati: Roma, Tivoli