«Ecco i soldi salvate la bimba leucemica»

Cittadini mobilitati dopo il verdetto del tribunale che negava i fondi pubblici perché spacciata Cittadini mobilitati dopo il verdetto del tribunale che negava i fondi pubblici perché spacciata «Eoo i soldi, salvate la bimba leucemica» Londra, gara di solidarietà per pagare la terapia LONDRA ___ DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Alla condanna pronunciata dal tribunale replica la generosità di un anonimo cittadino, che ha ieri offerto i fondi per curare la bambina inglese di dieci anni affetta da leucemia e giudicata «inguaribile» dalle autorità sanitarie di Cambridge, che hanno quindi negato l'ingente spesa. Questo significa che la piccola - tutta l'Inghilterra ne parla ma la conosce soltanto come B, grazie a un'ordinanza del giudice per proteggerne l'identità - già domani sarà sottoposta a chemioterapia in una clinica privata e, in seguito, a un secondo trapianto di midollo. La battaglia di suo padre, contro la burocrazia che non ha ritenuto utile giocare quest'ultima carta, ha commosso ed esaltato l'opinione pubblica. La vicenda è sulle prime pagine di tutti i giornali e la medicina di Stato ne esce umiliata, anche se venerdì la corte d'appello le ha dato ragione dopo il giudizio negativo dell'Alta corte. I fondi necessari per le cure 75 mila sterline, circa 190 milioni di lire - sono stati depositati presso uno studio legale di Londra che ne ha subito informato il padre della bambina, un uomo di 32 anni che per salvare la figlia ha lasciato il lavoro e si dedica a tempo pieno alla sua disperata crociata. «La famiglia ha accettato quest'offerta», ha detto l'avvocato Michael Sinclair. Ma non ha precisato né dove le cure si svolgeranno né chi le eseguirà. Dovrebbe trattarsi della London Clinic, la più celebre clinica privata della capitale, e dell'ematologo Peter Gravett, secondo cui le speranze di salvezza sono «fra il 10 e il 20 per cento». Due mesi fa i medici che curavano la piccola B le avevano dato fra sei e otto settimane di vita. Dopo la vicenda giudiziaria, e la duplice sentenza che nel giro di poche ore aveva aperto venerdì la porta della speranza e l'aveva subito richiusa, le offerte di aiuto sono piovute a valanga. Anzitutto da parte di numerosi giornali, disposti a finanziare le cure in cambio di un'esclusiva sulla vicenda. E poi da privati cittadini, fra i quali - ma molto pubblicizzato - il proprietario dei grandi magazzini Harrods, l'egiziano Mohamed al-Fayed, forse spinto dal desiderio di imbarazzare il governo che la scorsa set¬ timana gli ha negato la cittadinanza britannica. Agli uni e agli altri il padre della bimba ha detto di no. Temeva che in qualche modo l'anonimato della figlia sarebbe stato compromesso. Ora per lui si riaccende la speranza. Non è la prima volta. La piccola B si era ammalata quando aveva cinque anni, ma nell'agosto 1992 - dopo un trapianto di midollo dalla sorellina - era stata giudicata completamente guarita. Quindici mesi dopo, tuttavia, il male aveva nuovamente colpito. E da allora la battaglia è stata senza soste. Nel gennaio scorso i medici hanno deciso di abbandonare la lotta; e si è avviata quella del padre. Ora l'uomo e i suoi avvocati stanno esaminando la possibilità di portare il caso alla Camera dei Lord, tribunale supremo di questo Paese, o più probabilmente alla Coite europea dei diritti umani. «I famigliari - afferma l'avvocato Sinclair - sperano che il clamore suscitato dalla \ inda possa servire a raccogliere fondi per la lotta contro la leucemia». Nella polemica è intervenuta ieri anche il ministro della Sanità Virginia Bottomley, secondo cui «è un errore» attribuire la colpa dell'accaduto alla disponibilità di risorse: «Certamente - ha ammesso - ora come sempre i medici devono decidere le loro priorità. Devono essere loro a farlo: non i pianificatori centrali né, ritengo, i giudici». Ma il coro di sdegno va ormai oltre i confini dell'Inghilterra. E dopo un aspro commento dell'Osservatore Romano, che ha denunciato la «via aziendalistica» nell'amministrazione della sanità, insistendo che non si può mai giustificare né tollerare che il personale sanitario venga meno al dovere di curare i malati anche se terminali, da Roma il ministro della Sanità Elio Guzzanti è intervenuto nel dibattito affermando che l'episodio inglese è «il sintomo di un profondo malessere che sta investendo la maggior parte dei Paesi occidentali». «La razionalizzazione delle spese senza etica - egli ha affermato - è cieca». Anche in una situazione di ristrettezze economiche «non possono essere abbandonati i principi etici che guidano gli interventi sanitari». E' un coro internazionale, ormai, quello che accompagna l'ultima battaglia della piccola B. Fabio Galvano Molti giornali e anche i famosi magazzini Harrods hanno offerto il loro aiuto alla famiglia A sinistra, la piccola leucemica in barella. A destra, i magazzini Harrods che hanno offerto aiuti alla famiglia e, nel riquadro, il padre della bambina

Persone citate: B. Fabio Galvano, Elio Guzzanti, London, Michael Sinclair, Peter Gravett

Luoghi citati: Cambridge, Inghilterra, Londra, Roma