Due bimbe uccise dai cecchini di E. St.

Due bimbe uccise dai cecchini EX JUGOSLAVIA Spari su un aereo della Croce rossa: nuovamente chiuso l'aeroporto Due bimbe uccise dai cecchini Sarajevo, una donna colpita a morte in casa ZAGABRIA. A Sarajevo si continua a morire sotto il micidiale fuoco dei cecchini. Ieri le pallottole degli «sniper» hanno fatto tre vittime e due feriti. Nel pomeriggio due bambine serbe di 9 e 11 anni sono state uccise nel quartiere Grbavica. E per ritorsione il leader serbobosniaco Karadzic ha ordinato la chiusura delle «strade blu» che consentono ai convogli umanitari delle Nazioni Unite e delle organizzazioni non governative di raggiungere la città dal territorio sotto controllo serbo. Secondo l'agenzia serba Srna gli spari che hanno ucciso le due bambine provenivano da cecchini musulmani appostati sulla riva destra del fiume Miljacka. Le due giovanissime vittime sono state colpite entrambe alla testa: una è deceduta sul colpo, l'altra all'ospedale. In serata, fonti mediche della capitale bosniaca hanno invece riferito dell'uccisione di una donna di 49 anni, colpita da un cecchino mentre si trovava all'interno del proprio appartamento nella zona controllata dal governo. La donna, una dentista, stando alle fonti, viveva in un appartamento le cui finestre si affacciano sul «ponte dell'unità e della fratellanza» dove passa la linea di divisione fra serbo-bosniaci e bosniaci musulmani. Fonti dell'Unprofor hanno inoltre reso noto che altre due persone, un uomo di 53 anni e una donna di 45, sono state ferite in aree controllate dal governo. E nella Bosnia del «cessate il fuoco» si spara anche sulla Croce rossa. Ieri a Sarajevo è stato infatti aperto il fuoco contro un velivolo della Croce rossa proveniente da Zagabria: è la prima volta in due anni che viene aperto il fuoco contro aerei della Cri. Il velivolo, sembra colpi¬ to in maniera non grave, è potuto atterrare, e quindi ripartire, dopo di che è scattato Mallarmé rosso» e la pista è stata chiusa per la seconda volta in questa settimana. Era già avvenuto mercoledì, quando era stato colpito da tiri di arma leggera un Ilyushin dell'Unprofor. Ma la chiusura era durata solo poche ore. Si spera che lo stesso accada anche in questa occasione. Oggi, infatti, è atteso a Sarajevo il plenipotenziario dell'Onu Yasushi Akashi, che domani si recherà nella vicina Pale (roccaforte dei serbo bosniaci), e martedì a Knin, «capitale» della Krajina. Ma l'episodio di ieri sembra essere una provocazione sporadica. Fonti concordi, infatti, segnalano che la tregua d'armi sostanzialmente tiene in tutta la Bosnia, e anche nella sacca di Bihac, dove non è mai realmente decollata, da ieri si combatte meno che nei giorni precedenti. [e. st.]

Persone citate: Karadzic, Srna, Yasushi Akashi

Luoghi citati: Jugoslavia, Sarajevo, Zagabria