Guerra nucleare tra gli Apache di Franco Pantarelli
Guerra nucleare tra gli Apache Un deposito dì scorie nella riserva divide i nipoti di Cochise e Geronimo Guerra nucleare tra gli Apache UNEW YORK N mese fa aveva vinto Geronimo, ora Cochise si è preso la rivincita, ma chissà che cosa riserva il futuro. A oltre un secolo di distanza, gli Apache si trovano di fronte al dilemma di sempre - fidarsi o no dei bianchi e i discendenti dei loro due leader più celebri mostrano di avere nei propri geni le stesse propensioni degli antenati. Il dilemma è: consentire o no che - in cambio di 250 milioni di dollari - nella riserva degli Apache Mescaleros, in New Mexico, venga costruito un deposito «provvisorio» per le scorie radioattive che fra non molto i trentatré reattori nucleari esistenti negli Usa non sapranno più dove mettere? Per il permesso, oltre al presidente della comunità Wendell Chino (sì - ha ammesso -, le radiazioni sono pericolose come «pallottole fantasma», ma se trattate «con rispetto» possono essere innocue e portano soldi), si è schierato Silas Cochise, bisnipote del capo degli Apache Chiricahua passato alla storia per la sua moderazione e le sue intese con i bianchi. Per il «no», oltre al governatore del New Mexico, i due senatori di quello Stato e un po' tutte le organizzazioni ambientaliste, si è schierato Joseph Geronimo, bisnipote del leggendario, irriducibile guerriero che con un piccolo gruppo di combattenti fece impazzire per oltre dieci anni prima il generale Crook e poi il generale Miles. La disputa è sulla salvaguardia dell'ambiente e su quanto la presenza del deposito possa danneggiare il turismo (attività abbastanza fiorente, nella pur povera comunità dei Mescaleros). Alla base c'è la promessa del governo federale che entro 40 anni verrà costruito un deposito «permanente» per le scorie radioattive. La zona è stata già designata, il monte Yucca nel Nevada, ma siccome c'è ancora da concludere l'esame geologico e da affrontare le resistenze politiche che il Nevada probabilmente opporrà, una decisione formale non è stata ancora presa. Dopo che i bianchi hanno rinnegato 400 trattati che avevano solennemente firmato e ratificato, come ci si può aspettare - è l'argomento di Joseph Geronimo - che mantengano una promessa che non è neppure formale? All'inizio di febbraio il suo argomento risultò vincente. In un referendum che vide una partecipazione insolitamente alta (952 votanti su 1200 aventi diritto) il «no» prevalse con 490 voti contro 362. Ma Cochise non si è rassegnato. Con una forte opera di lobby ha raccolto le 700 firme necessarie per indire un nuovo referendum. E ieri il «sì» ha vinto con 593 voti contro 372. Franco Pantarelli
Persone citate: Crook, Geronimo Guerra, Joseph Geronimo, Silas Cochise
Luoghi citati: Nevada, New Mexico, Usa
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