Non c'è stata truffa sui finanziamenti Cee di Susanna Marzolla

Non c'è stata truffa sui finanziamenti Cee Lieve condanna solo al contabile, la pubblica accusa aveva chiesto due anni Piccolo Teatro, assolto Strehler Non c'è stata truffa sui finanziamenti Cee MILANO. La commozione di Nina Vinchi Grassi, segretaria e anima storica del Piccolo Teatro di Milano, accoglie la decisióne dei giudici: Giorgio Strehler e i suoi collaboratori sono assolti; unica condanna (dieci mesi) per il contabile del Piccolo, Achille Peirano. Sconfitta netta, quindi, per la pubblica accusa: il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto la condanna del regista a due anni per truffa, falso e malversazione. Strehler non c'è, alla lettura della sentenza; dovrebbe essere a New York. Ma ci sono tanti lavoratori del Piccolo, venuti in tribunale a testimoniare solidarietà al «maestro», e quando i giudici leggono la decisione liberatoria sono occhi lucidi e strette di mano. Qualcosa di più per Rosanna Purchia, funzionaria del teatro: la parola «assoluzione» le provoca un gran pianto liberatorio, lei per cui il pm aveva chiesto un anno e quattro mesi. Assolta anche Alessandra Bassan, consulente del Piccolo per i corsi professionali (condanna proposta: sei mesi). E i dieci mesi per Peirano sono ben al di sotto delle richieste (un anno e sette mesi): segno che - secondo il tribunale - qualcosa di irregolare è stato compiuto, ma non della gravità sostenuta dal pubblico ministero. Peirano resta dunque l'unico condannato. Assieme, paradossalmente, proprio a Nina Vinchi, che aveva patteggiato una pena di un anno e quattro mesi e che, adesso, si sfoga. «Meno male dice - una condanna sarebbe stata troppo ingiusta. Io l'avevo detto che questa inchiesta era una farsa, messa su da persone che non capiscono neinte di teatro». E la sua, di condanna? «Lo so, è assurdo. Me lo sentivo che sarebbe finita in niente. Peccato... Ma io sono troppo anziana, non ce la facevo proprio ad affrontare un lungo processo. Ave¬ vo preferito accettare una condanna, uscire in fretta da queste cose». La vicenda che la vedova di Paolo Grassi definisce «una farsa» prende avvio da due finanziamenti ricevuti nel periodo '88-'90 dal Piccolo Teatro: 700 milioni dalla Cee per organizzare corsi di formazione professionale; 300 milioni dal Comune di Milano, sempre per attività di scuola teatrale. Ebbene: secondo l'accusa questi finanziamenti non sarebbero stati utilizzati per gli scopi prefissati, bensì per coprire spese correnti del teatro, come i telefoni e la biglietteria. Non solo: De Pasquale aveva accusato Strehler di essersi tenuto compensi non dovuti, per un numero «esorbitante» di ore di lezione o anche per lezioni che non sarebbero state tali, «consistite solamente nel fare assistere gli allievi alle prove del Faust». «E in che cosa si crede che consista una scuola teatrale?», avevano sempre ribattuto alle accuse il regista e i suoi collaboratori. Strehler poi, quando era stato interrogato da De Pasquale, aveva spiegato di non essersi mai interessato alle «questioni amministrative» del teatro. Una difesa che non aveva convinto né il pm né il gip che lo rinviò a giudizio. «Sono un innocente che ancora si meraviglia di come gli possano essere imputate certe cose»: il regista aveva reagito così, ritirandosi in «esilio volontario» in Svizzera e mettendosi in aspettativa. Ma poi la passione per il «suo» Piccolo aveva avuto il sopravvento, ed era tornato a dirigere il teatro, forte anche della fiducia che gli aveva accordato la nuova giunta milanese. «L'arte trascende le storie private dell'artista», aveva detto il sindaco Formentini; adesso Strehler ha avuto ragione anche in quelle. Susanna Marzolla Giorgio Strehler, fondatore del Piccolo Teatro di Milano

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano, New York, Svizzera