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Su Tuttosoldi le nuove pensioni I «COMUNISTI» SE pure avesse avuto il tempo di leggere l'intervento di Renzo De Felice su Panorama («ma dov'è questo comunismo italiano?»), verosimilmente Silvio Berlusconi non avrebbe rinunciato ad indicare in Giorgio Napolitano la personificazione stessa della «minaccia comunista» che incomberebbe sull'Italia. Anzi, tutto lascia supporre che sul tema del pericolo del «comunismo» il leader del Polo intonerà buona parte della sua orchestra elettorale, in un crescendo di strali che non risparmierà i «cattocomunisti» della sinistra ppi e dell'Ulivo e le «toghe rosse» al pari del più occidentale e riformista dei pidiessini, quel Napolitano che soltanto alcuni mesi fa l'allora governo Berlusconi era in procinto di gratificare con l'incarico di commissario Ue. Naturalmente è vero il contrario: l'Italia non corre alcun pericolo di finire sotto il tallone di una dittatura comunista. Tuttavia non sarebbe saggio perseverare nell'errore di ridurre l'evocazione della «paura del comunismo» a una maniacale fissazione berlusconiana, all'uso propagandistico, e dal sapore un po' retro, dei fantasmi del passato. Casomai sarebbe da chiedersi perché settori indubitabilmente maggioritari della società italiana manifestino ancora una ricettività cosi viva al richiamo emotivo dell'appello anticomunista e Pierluigi Battista CONTINUA A PAG. 4 PRIMA COLONNA