l'eleganza veste la Scala
I/eleganza veste la Scala IL CASO MUSICA E MODA I/eleganza veste la Scala Tanti vip per la festa finale SMILANO CENETTA finale nel foyer: si abbracciano in tre e ridono e risplendono di colori e paillettes: sono le due signore della moda Krizia e Laura Biagiotti, più un Missoni in giaccone nero. Sono in ritardo, Muti è sul podio, già arrivano le note del Beethoven più sfrenato e imprevedibile, quello della settima sinfonia. La Biagiotti ha una giacchetta tutta ad archetti quattrocenteschi e un'icona le scende sul davanti: festeggia la sua conquista della Russia. Di fianco, morbida e altera, una donna bellissima in grigio: Beatrice Di Roberto, moglie del nostro ambasciatore a Mosca. Serata elegante, stordente, furibonda per ressa e glamour, quella che il Comune e il Gruppo Rusconi hanno dedicato anche quest'anno al mondo della moda. Si concludono le sfilate, gli affari sono andati bene, solo Claudia Schiffer ha creato un piccolo giallo: perché non ha presentato le pellicce Fendi? Davvero ha ricevuto minacce dagli ambientalisti? O è lei che si è convertita al credo ecologico? Il tormentone non turba più di tanto le dame e i cavalieri che sciamano in platea e nei palchi. Di pellicce vere, ad ogni modo, se ne vedono pochine: per lo più sono delle mogli di generali nonché della moglie deL sindaco Formentini, la candida signora Augusta, che sfoggia un capo vagamente increscioso, di un barocco eccessivo. Alba Parietti, al braccio di Leonardo Mondadori, indossa cautamente una ricca pelliccia sintetica tutta nera, su cui fa scorrere e brillare un anellone rosso all'indice della mano destra. Edilio Rusconi, affabile e liscio, dice che non sente la mancanza di Buttiglione: «Stonerebbe. Non ha il fisico. Nulla di politico, s'intende. Siamo qui per ammirare gli abiti. Anche i corpi, se l'occhio lo richiede». L'editoria è in tumulto: c'è chi lascia... «Io sono qua. Tutti dicono che sono in pensione. La mia stanza è accanto a quella di mio figlio... Questa serata vuol dare coraggio agli imprenditori, alla cultura, alla moda italiana, che va ringraziata. E' un nostro simbolo di successo». Ed ecco Enzo Biagi: si schermisce: «Tranquilli. Sono qui per far sentire Beethoven alla mia nipotina». Passera, Confalonieri, Tato, Merloni, il procuratore Borrelli sono travolti da una folla di bellissime signore e signorine che spargono un profumo terrificante, un concentrato di essenze mozzafiato. Un grido: è Marta Marzotto che agita la mano e saluta. Cala un silenzio improvviso, si leva un bisbiglio: avanzano due occhi sovrumani, celesti-grigi-verdi, lassù in alto, più in alto dell'altezza media: attorno a quegli occhi un viso magro e perfetto dalle guance scolpite e leggermente incavate, circondato da fili lucenti, tanti capelli con un'onda che scende sul seno, e due bianche braccia lunghe e nu de, una schiena nuda, un petto spinto in avanti, un abito nero, un mantello nero, passi brevi e ondulati: è Carol Alt. Quasi si leva un applauso. Acconciature sobrie, pochi gioielli, abiti discreti, nessuna stravaganza: una serata di vertigine composta, affidata ai sorrisi, all'eleganza meditata. Sarà il momento che passa il Paese. La moda ha antenne prodigiose, è camaleontica per definizione, si adegua con pronta naturalezza. Eppure la frenesia cresce, trabocca. Si fa ressa perfino attorno ad una Eleonora Giorgi rediviva accanto al suo Massimo Ciavarro. Passa Rosanna Cancellieri, con sorprendenti Strass ai tacchi. Donatella Pecci Blunt riceve molti complimenti per un lungo abito modulato su varie tinte di blu. Due modelle bionde, quasi trasparenti, si baciano, ridono, corrono in platea. In disparte sta la ragazza più bella: alta, un po' impacciata, sorridente. E' appena arrivata da Tahiti, indossa tre perle nere di Tetiaroa, l'atollo di Marion Brando: si chiama Mareva, che vuol dire «Colpo di sole splendente». (c. a.]
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