«Per le casalinghe allarme rosso» di Fra. Gri.
«Per le casalinghe allarme rosso» «Per le casalinghe allarme rosso» ROMA. Il rischio Aids per medici, infermieri, e portantini in questi anni è stato studiato minuziosamente. Hanno persino preparato le statistiche. Si sa dunque - parlando di rischio professionale - che il contagio nel 4 per cento viene da oggetti taglienti, nel 74 per cento viene da punture occasionali, neh' 11 da contaminazioni dalla mucosa, e in un altro 11 da lesioni cutanee. Ed ecco che ne discendono per gli operatori indicazioni altrettanto minuziose: aghi e bisturi vanno riposti nei loro contenitori, si devono usare guanti, mascherine, occhiali e coprifaccia, limitare al minimo la respirazione bocca a bocca. Persino il sudore o le dermatiti sono guardati con sospetto, anche se si ritiene residuale il rischio. Ma c'è chi, davanti a tutto questo armamentario di regole, avverte: tutto giusto, anzi giustissimo, ma ben altri sono i problemi. Il professor Giuseppe Visco, per esempio, primario immunologo dell'ospedale Spallanzani, bacchetta i giornalisti. Perché accusa i giornali, professor Visco? «Capisco l'attenzione dei media su questi casi tanto eclatanti, ma il rischio vero oggi lo corrono le casalinghe». Ma che c'entrano le casalinghe, professore? «Eh, purtroppo le statistiche ci dicono che sta aumentando la trasmissione del virus per via eterosessuale. Quello degli operatori sanitari o delle trasfusioni è un caso rarissimo. E' molto più pericoloso andare in autostrada. Sono eventi assolutamente imprevedibili. La statistica ha le sue ferree leggi. Ma quello che sta cambiando è il rischio sessuale». Lei però dice che a correre rischi sono oggi le casalinghe. Perché? «Per i comportamenti a rischio dei loro partner. Sapesse quante donne vengono da noi. Disperate. Per loro è una trage¬ dia: non hanno mai avuto comportamenti a rischio, mai si sarebbero sognate di incorrere nell'Aids». E invece? «Invece capita che loro siano monogame, i mariti no. C'è il boom del sesso trasgressivo, vero? E ne fanno le spese le mogli fedeli. Vediamo donne di casa, madri di famiglia che scoprono in un colpo solo la malattia e il tradimento». E così, quando scoprite una casalinga contagiata, voi andate subito a controllare il partner? «Appunto. Andiamo a colpo sicuro, si può dire. Facciamo l'analisi al marito e quasi sempre ci si azzecca». Ma l'uomo, in questi casi, sa di essere sieropositivo? Infetta coscientemente la sua donna? «Guardi, ci capita di tutto. Le motivazioni sono tantissime, Qualche volta l'uomo sa e non dice niente. Qualche volta non lo sa neppure lui. E qualche volta, capita anche questo, lo sanno sia la moglie che il marito. Diventa quasi una prova d'amore. Rischiano volutamen•te. Più spesso è l'uomo a essere sieropositivo, e la donna a rischiare. Di questo passo, saranno più le donne che gli uomini a essere contagiate». E come le aiutate, queste persone che hanno contratto il virus da un comportamento, diciamo così, da persona perbene e certamente non a rischio? «Un supporto psicologico è previsto per legge. Per tutti. Ma naturalmente in questi casi ci vuole molta più attenzione. In fondo, tossicodipendenti e omosessuali sono abituati a essere emarginati dalla società. E poi sono dieci anni che si parla di Aids. Sanno di essere a rischio. Ma nel caso della casalinga, capite bene tutti, che si tratta di una tragedia inaspettata. Ma ormai, bisogna dire purtroppo, anche questi casi sono stati studiati», [fra. gri.]
Persone citate: Giuseppe Visco, Visco
Luoghi citati: Roma
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