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L'ombudsman bancario è la strada giusta per tutelare i propri diritti di cliente L'ombudsman bancario è la strada giusta per tutelare i propri diritti di cliente Io e mio marito (età 36 anni circa, entrambi impiegati con un reddito di 50 milioni annui lordi prò capite) possediamo un alloggio del valore commerciale di circa 450 milioni, sul quale grava un mutuo ipotecario stipulato 2 anni fa a tasso variabile (14,50% nel giugno '92, 11,50% nel febbbraio '95). Abbiamo l'opportunità di ottenere un alloggio in affitto di pari livello quanto a metratura, zona, spese generali di condominio, a un canone di 800 mila lire mensili, con elevata garanzia di continuità in termini sia di canone sia di durata (al massimo, potrebbero proporci l'acquisto dell'alloggio occupato, che potrebbe rivelarsi anche un affare). Ci chiediamo: conviene vendere, e con il denaro (circa 380-400 milioni), estinto il mutuo, utilizzare gl'interessi dell'investimento per coprire un'inflazione al 5%, e pagare l'affitto? Oltre un anno fa ho ritrovato un vecchio libretto al portatore della Banca cattolica del Veneto, ora Banco Ambroveneto, che risale al 1965. Apparteneva a mio padre, oggi defunto. Il saldo riporta una cifra di 701.000 lire. Mi sono rivolto all'agenzia locale dell'Ambroveneto che, dopo un anno di ricerche mi ha proposto un totale, comprensivo di capitali più interessi, di 1.500.000 lire. Considerata l'altalena dei tassi di questi 30 anni pensavo che un 5% medio potesse essere una soluzione equa. La banca mi offre il 2%. Che fare? E' il caso di rivolgersi all'Ombudsman bancario non le conviene sposarsi: dipende. Mi terrò, pertanto, alle cifre. L'indice Istat del costo di costruzione d'un fabbricato residenziale, dal 1970 alla fine di novembre 1993, è salito da 100 a 1582. Nello stesso periodo, l'indice Istat del costo della vita è salito da 100,26 a 1173,66. Come vede, cara signora, il puro costo si è «rivalutato» (diciamo così), abbondantemente più del parallelo aumento del costo della vita. Ma, il valore dell'immobile non dipende solo, e neppure tanto dai costi di costruzione, quanto dall'andamento del mercato (attualmente immobile, per esempio), che, a sua volta, dipende anche dai gusti del pubblico. Dire, pertanto, quale sarà tra IO o 20 anni non è possibile, anche se l'esperienza passata ci dice che cicli alti e cicli bassi finiscono per compensarsi, sempre a vantaggio degl'immobili. Quanto all'estinzione del mutuo, lei mi fa l'esempio d'investire i 55 milioni al 9,5%. Posso dirle che, capitalizzando gl'interessi, tale somma salirebbe in 8 anni (durata residua del mutuo) a 115 milioni circa. Lei sola può decidere quel che le conviene fare. Al lettore (di Milano) Nicola Rambelli, che mi manda copia d'una lettera inviata all'Ufficio esposti della locale sede di Bankitalia, nella quale espone il caso accadutogli nella sua banca (perdita di metà dei suoi risparmi, affidati a un funzionario di quel «borsino» per acquisto titoli, successiva scomparsa del detto funzionario, «che non fa più parte di quella banca», e particolari vari) consiglierei di rivolgersi all'Ombudsman bancario, con sede a Roma, Corso Vittorio Emanuele II, n. 21 00186 Roma. Prima, però, mi recherei di persona, all'ufficio esposti di Bankitalia, per metterlo al corrente di questa sua eventuale iniziativa. Non vorrei, infatti, che quell'ufficio si fosse già mosso e le due «cause» s'intrecciassero. Rolando Basso - Bassano Per darle una risposta sensata, mi occorrerebbe sapere, almeno, da quanti anni la somma di 700 mila lire era versata in deposito. Non credo che già lo fosse dal 1965. Tenendo presente il tasso di sconto come base di calcolo) ritengo anch'io che un 5% medio per il «suo» deposito sarebbe equo. Se vuole, potrebbe anche lei rivolgersi all'Ombudsman bancario, Corso Vittorio Emanuele Un. 21-00186 Roma. Simona Riso - Torino Premetto che c'è immobile e immobile, come c'è proprietario (o inquilino) e proprietario. In altre parole, alla sua domanda potrei rispondere, come ad una donna che volesse sapere da me se le conviene o SER