Cuba, Clinton si arrende di Paolo Passarini

Cuba, Clinton si arrende Cuba, Clinton si arrende Gli Usa pronti ad allentare l'embargo WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La politica degli Stati Uniti nei confronti di Cuba sta per cambiare in modo sostanziale, o almeno questo è l'orientamento che sta emergendo nell'amministrazione Clinton. Secondo il «Washington Post», il Presidente starebbe per revocare le sanzioni imposte a Cuba l'estate scorsa e per liberalizzare i viaggi aerei tra Cuba e Usa. Nell'elenco delle decisioni suggerite a Clinton dai suoi consiglieri, riassunte in una memoria ottenuta dal quotidiano, è compreso anche l'avvio di negoziati bilaterali sui problemi che dividono i due Paesi da oltre 30 anni. L'embargo venne stabilito all'inizio degli Anni 60 in seguito a una decisione del presidente Kennedy. Da allora, in tutti gli incontri tra le due parti, i cubani hanno chiesto la revoca delle sanzioni, che incidono sempre più pesantemente sul livello di vita nell'isola, soprattutto dopo il venir meno dell'aiuto sovietico. Nell'estate scorsa, la crisi economica spinse molti cubani a scappare dall'isola su zattere rudimentali, rischiando la vita. Fidel Castro, in segno di protesta contro gli Usa, da lui indicati come i responsabili della situazione, annunciò che non avrebbe più fermato i «balseros» e in pochi giorni 30 mila cubani si rovesciarono sulle coste della Florida. Preso dal panico, il governo americano impose nuove sanzioni contro Cuba (blocco alle rimesse degli emigranti e ulteriore restrizione degli spostamenti legali dei cubani tra i due Paesi). Poi, visto che il flusso illegale non si fermava, Clinton promise a Castro 20 mila visti legali l'anno e la fine della politica che incoraggiava i dissidenti a lasciare l'isola, garantendo loro immediato asilo politico negli Usa. In cambio, Castro si impegnò a bloccare il flusso. Ma le nuove sanzioni rimasero. Dall'estate scorsa Castro ha lanciato un'offensiva di simpatia negli Usa e ha iniziato un moderato processo di liberalizzazione di Cuba, consentendo limitate forme di proprietà privata. L'amministrazione Clinton ha reagito alle «avances» di Castro con la dottrina della «risposta calibrata»: a ogni apertura un'apertura corrispondente. Clinton si rende conto dell'anacronismo della durezza americana verso un Paese che non costituisce più alcuna minaccia. Ma dovrà fare i conti con il nuovo presidente della commissione Esteri del senato, l'ultraconservatore Jessc Helms. Paolo Passarini Le riforme avviate da Fidel Castro hanno convinto Clinton a rivedere i rapporti con Cuba