Wto, l'ora dei colpi bassi di E. St.

Immediata smentita dell'ex ministro. A Ginevra giornata decisiva Immediata smentita dell'ex ministro. A Ginevra giornata decisiva Wto, l'ora dei colpi bassi Gli Usa: Ruggiero favorì aziende italiane GINEVRA. La battaglia per la direzione del Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio, è arrivata ai colpi bassi. A pochi giorni dalla scadenza indicata per la designazione, il 15 marzo, fonti del governo americano avanzano dubbi sulle credenziali di liberista di Ruggiero; e fonti anonime, citate dal «Journal of Commerce», fanno intendere di essere in possesso di informazioni di «intelligence» che potrebbero danneggiare il candidato italiano: in particolare, accusano, Ruggiero avrebbe aiutato alcune aziende italiane, tra cui la Fiat, a non incorrere in sanzioni per aver rotto l'embargo commerciale contro l'Iraq. Accuse che Ruggiero ha subito definito «destituite di ogni fondamento». Dopo il ritiro dell'ex presidente messicano Carlos Salinas de Gortari, che aveva apertamente sostenuto, l'amministrazione Clinton conduce contro Ruggiero un'offensiva che corre lungo due binari, ma basata - viene fatto rilevare da fonti europee - anche su dati oggettivamente inesatti. Sul primo binario, ufficiale, gli Usa affidano al numero 2 del National Economie Council, Bowman Cutter, il giudizio sul candidato europeo: quando venne a Washington - ha detto Cutter al «Financial Times» Ruggiero «ci è parso più protezionista di quanto vorremmo. Personalmente, preferisco di gran lunga un candidato asiatico o latinoamericano». Il secondo binario dell'attacco è rappresentato dalle fonti anonime dell'amministrazione citate dal «Journal of Commerce»: gli Usa - dicono - hanno in mano rapporti di «intelligence» secondo cui Ruggiero «usò la sua posizione di ministro del Commercio con l'Estero per proteggere aziende italiane, Fiat inclusa, da sanzioni per aver rotto l'embargo commerciale contro l'Iraq dopo la guerra del Golfo». «Subito dopo aver lasciato il suo incarico di governo - ricorda il «Journal of Commerce» - Ruggiero entrò a fare pnrta do! ronciglio di am- ministrazione della Fiat». Da Ginevra Ruggiero smentisce: «Le notizie riportate dal Journal of Commerce sono totalmente prive di fondamento. Infatti lasciai il governo a metà dell'aprile '91, ossia alla fine della guerra del Golfo». Inoltre, ricorda l'entourage di Ruggiero, nella primavera del '90 l'allora ministro si rifiutò di dare esecuzione a una delibera del Cipes, il Comitato interministeriale per la politica economica estera, che gli ingiungeva di sbloccare le navi costruite in Italia per conto dell'Iraq, ferme nel porto di La Spezia. Allora Ruggiero varò la formula della «valutazione politica aggiornata», per bloccare le forniture militari all'Iraq per motivi squisitamente politici. E la decisione di bloccare le navi costò a Ruggiero pendenze giudiziarie con le grandi aziende italiane del settore, pubbliche e private, che si ritennero danneggiate da quella scelta. Dai partner europei sono venute dichiarazioni di conferma del sostegno accordato al candidato italiano. «Speriamo che valga il buon senso e Ruggiero passi», ha detto il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. Oggi pomeriggio a Ginevra si apre l'ultimo giro di consultazioni tra i Paesi del Gatt. Secondo fonti europee, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, forse lo stesso Messico sarebbero pronti a appoggiare Ruggiero, [e. st.]

Persone citate: Bowman Cutter, Carlos Salinas, Clinton, Gatt, Ginevra Ruggiero