«I corrotti di Mosca, questi i nomi»

Rivelazioni del Washington Times: nella lista il sindaco e l'ex viceministro della Difesa RUSSIA Rivelazioni del Washington Times: nella lista il sindaco e l'ex viceministro della Difesa «I corrotti di Mosco, questi i nomi» Rapporto della Cia sui legami tra politici e mafia WASHINGTON. «Mosca sta diventando sempre più una "Dodge City" in versione russa, dove l'unica legge che conta è quella delle pistole e il crimine organizzato è ormai infiltrato nel governo». L'inquietante ritratto è il riassunto di un dettagliato rapporto segreto della Cia che prosegue: «Tra i funzionari russi in collegamento con la mafia russa vi sarebbero l'ex viceministro della Difesa Boris Gromov (trasferito di recente agli Esteri), il sindaco di Mosca Yuri Luzhkov, il direttore della Most Bank Vladimir Gusinsky». Nomi e legami sono stati scritti ieri nero su bianco dal «Washington Times». Gli esperti della Cia descrivono una società nell'ex capitale dell'impero sovietico dominata «dal crimine e dall'illegalità, che serve solo a rinforzare i nostri crescenti timori che Mosca sia diventata una autentica Dodge City dove la legge esiste solo in teoria ma non nella mente delle persone». Uno dei fattori che più contribuiscono, nell'analisi della Cia, al dilagare della illegalità in Russia è il collega- mento esistente «tra molti importanti funzionari governativi e importanti gruppi criminali». Un ruolo importante in questa rete di connivenze sarebbe giocato dallo «zar del crimine» Josef Kobzon, un noto cantante battezzato come il «Sinatra russo», osserva il Washington Times. Il rapporto era stato scritto da due esperti della Cia prima dell'assassinio a Mosca del famoso giornalista televisivo Vladislav Listyev. Il sospetto è che il giornalista sia stato ucciso per il suo rifiuto a piegarsi alla connivenza con la mafia russa. Nel rapporto si nota che la Most Bank, al centro di un insolito raid in dicembre da parte delle guardie di sicurezza di Boris Eltsin, potrebbe contare su un mini-esercito di guar¬ die di sicurezza composto da oltre mille persone e guidato dall'ex numero due del Kgb Filipp Bobkov. A Mosca, intanto, il consiglio di sicurezza russo, riunitosi ieri al Cremlino sotto la presidenza di Eltsin, ha aspramente criticato l'operato delle forze dell'ordine, degli organi di magistratura e del controspionaggio per gli scarsi risultati ottenuti finora nella lotta alla dilagante criminalità. Nella riunione è stato sottolineato che la crescente minaccia della criminalità «discredita il potere statale, genera sfiducia in esso e mette in pericolo la sicurezza stessa del Paese». «Le azioni dei criminali - si legge nel resoconto finale dei lavori - sono un'aperta sfida al corso di riforme democratiche in atto in Russia». In mattinata, prima della seduta al Cremlino, era giunta la notizia della destituzione del procuratore di Mosca Ghennadi Ponomariov e del capo della polizia della capitale Vladimir Pankratov, già annunciata dal presidente Eltsin subito dopo l'uccisione di Listyev. [Ansa]

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